Obiettivo dell’articolo di oggi è quello di approfondire un modo di integrare la Terapia a Seduta Singola con altri approcci, nel caso specifico con la Terapia Cognitivo Comportamentale in ambito sportivo.
La psicologia dello sport utilizza ampiamente la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) per migliorare le prestazioni degli atleti (Turner et al., 2023; Dryden, 2017; Hoyt et al., 2020; Young et al., 2008). Tali interventi psicologici si focalizzano sull’allenamento di abilità mentali come la gestione dello stress, il rilassamento, la visualizzazione, la fissazione di obiettivi e la comunicazione.
Tradizionalmente, i piani di trattamento di TCC prevedono più sessioni strutturate. Tuttavia, negli ambienti sportivi in cui operano molti psicologi dello sport, talvolta è richiesto di fornire servizi rapidi, efficaci e di grande impatto. In questi contesti, la Terapia Cognitivo-Comportamentale a Seduta Singola (TCC-TSS) può essere un approccio efficace.
Come viene applicata la Terapia Cognitivo Comportamentale a Seduta Singola?
La TCC-TSS integra le tecniche di TCC in un unico intervento, fornendo agli atleti strumenti immediatamente applicabili. Questo approccio è particolarmente utile quando si lavora con atleti professionisti e organizzazioni sportive dove il tempo è prezioso e c’è pressione per ottenere risultati rapidi (Giges & Petitpas, 2000; Pitt et al., 2015; 2020).
Attraverso questo approccio, i professionisti possono adottare una vasta gamma di tecniche e strategie elaborate nelle diverse fasi di sviluppo del modello di Terapia Cognitivo Comportamentale (Terapia Cognitiva (Beck, 1976); Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (Ellis, 1957); Terapia di Accettazione e Impegno (Hayes et al., 1999)).
Qual è la filosofia di base della Terapia Cognitivo comportamentale a Seduta Singola?
La filosofia alla base della Terapia Cognitivo-Comportamentale a Sessione Singola si differenzia in diversi aspetti dagli approcci tradizionali:
- È guidata dal cliente, ovvero mira a soddisfare gli obiettivi e le esigenze che il cliente porta alla seduta. Questo approccio non significa che il terapeuta sia passivo o non direttivo (Perkins, 2006; Dryden, 2018).
- Propone una prospettiva pluralistica che riconosce come diverse teorie e strutture possano spiegare i fenomeni e che non esista un solo modo per comprendere il mondo (Cooper & McLeod, 2010). Il professionista che adotta tale approccio deve essere disposto ad adattare diversi approcci per soddisfare le preferenze e i bisogni del cliente (McLeod, 2018).
- Valuta l’efficacia in modo diverso, concentrandosi sulla validità sociale (percezione del cliente dell’impatto dell’intervento) piuttosto che su studi controllati. Questo perché ogni intervento è unico e sensibile alle esigenze del cliente, rendendo difficile valutarne l’efficacia in modo standardizzato.
Quali vantaggi offre la TCC a Seduta Singola?
Gli psicologi dello sport sono spesso tenuti a lavorare in modo reattivo con gli atleti, fornendo interventi brevi e sotto pressione. Questo non sempre si adatta bene alla formazione tradizionale, che enfatizza l’importanza della valutazione approfondita e della costruzione di una solida alleanza terapeutica prima di intervenire.
La TCC a Seduta Singola mette in discussione questo presupposto, dimostrando che la relazione terapeutica può essere sviluppata in modo rapido ed efficace affrontando attivamente le esigenze attuali del cliente.
Quando la TCC a Seduta Singola potrebbe essere appropriata?
- Per affrontare bisogni immediati.
- Quando l’atleta ha un obiettivo chiaro e tangibile per l’incontro con lo psicologo dello sport.
- Quando l’atleta richiede un supporto rapido ed efficace, ma non necessita di un trattamento a lungo termine.
Quali sono le condizioni per una TCC a Seduta Singola di successo?
- Aspettative realistiche: psicologo e atleta devono concordare aspettative realistiche su ciò che può essere ottenuto in una singola sessione.
- Presenza di un focus lavorativo: psicologo e atleta devono rapidamente identificare un obiettivo chiaro e realistico su cui concentrarsi durante la sessione.
- Domande iniziali efficaci: il terapeuta deve porre domande iniziali mirate per stabilire un focus di lavoro produttivo (es. “Su cosa vorresti concentrarti in questa sessione?”, “Cosa vorresti portare via da oggi?”).
Conclusioni
La TCC a Seduta Singola non è un tipo specifico di TCC, piuttosto una modalità di erogazione di interventi di TCC in una singola sessione. Questo approccio permette agli psicologi dello sport e agli atleti di lavorare in modo rapido ed efficiente per affrontare problemi attuali utilizzando tecniche cognitivo-comportamentali. La TSS a Seduta Singola non è destinata a sostituire il supporto psicologico a lungo termine per gli atleti con esigenze specifiche, ma può essere uno strumento utile quando il contesto è appropriato e l’atleta è motivato al cambiamento.
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche”. e a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia
Beck, A. T. (1976). Cognitive therapy and the emotional disorders. Penguin Books.
Britton, D., Pitt T., (2024). Having Impact and Doing It Quickly: The Place for Brief and Single-Session Cognitive-Behavioral Therapies in Sport Psychology Practice. Sport Psychologist, 37-146.
Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.
Cooper, M., & McLeod, J. (2010). Pluralism: Towards a new paradigm for therapy. Therapy 544 Today, 21(9), 10-14.
Dryden, W. (2017). Single-session integrated CBT (SSI-CBT): Distinctive features. Taylor & Francis.
Dryden, W. (2018). Single-Session Therapy (SST): 100 Key Points and Techniques. Routledge.
Ellis, A. (1957). Rational psychotherapy and individual psychology. Journal of Individual Psychology, 13, 38-44.
Giges, B., & Petitpas, A. (2000). Brief contact interventions in sport psychology. The Sport Psychologist, 14, 176–187.
Hayes, S. C., Strosahl, K., & Wilson, K. G. (1999). Acceptance and commitment therapy: An experiential approach to behavior change. Guilford Press.
Hoyt, M. F., Young, J., & Rycroft, P. (2020). Single session thinking 2020. Australian and New Zealand Journal of Family Therapy, 41, 218-230.
McLeod, J. (2018). Pluralistic therapy: Distinctive features. Routledge
Perkins, R. (2006). The effectiveness of one session of therapy using a single‐session therapy approach for children and adolescents with mental health problems. Psychology and Psychotherapy: Theory, Research and Practice, 79(2), 215-227.
Pitt, T., Thomas, O., Hanton, S., & Cropley, B. (2023) Brief and Single-Session Therapy. In Routledge Handbook of Applied Sport Psychology (pp. 145-153). Routledge.
Pitt, T., Thomas, O., Lindsay, P., Hanton, S., & Bawden, M. (2020). A Framework of Single-Session Problem-Solving in Elite Sport: A Longitudinal, Multi-Study Investigation. Frontiers in Psychology, 11, 3208.
Turner, M. J., Jones, M. V., & Wood, A. G. (2023). Applying Cognitive Behavioural Therapeutic Approaches in Sport. Taylor & Francis.
Young, K., Dick, M., Herring, K., & Lee, J. (2008). From waiting lists to walk-in: Stories from a walk-in therapy clinic. Journal of Systemic Therapies, 27(4), 23–39.651