Obiettivo dell’articolo di oggi è quello di descrivere che cos’è la Fobia Sociale e come si manifesta per poi approfondire le modalità e gli interventi tipici della Terapia a Seduta Singola di fronte questo problema.
Che cos’è la Fobia Sociale?
La Fobia Sociale è un Disturbo d’Ansia che si manifesta in seguito all’esposizione a situazioni interpersonali o pubbliche. La persona ha paura di essere giudicata o criticata dagli altri, sia in situazioni più intime che di fronte a un pubblico più ampio e sconosciuto. L’ansia si manifesta soprattutto se l’esposizione richiede una performance o una prestazione di qualsiasi tipo.
Timidezza o Fobia Sociale?
E’ bene distinguere la FobiaSociale dalla comune timidezza che non scatena uno stato intenso di ansia o paura nella persona, ma lo rende semplicemente più introverso e meno orientato alle relazioni sociali.
La timidezza può trasformarsi nel tempo in una fobia sociale, ma ciò che distingue questi due termini è la compromissione clinicamente significativa della vita della persona: la fobia sociale è disfunzionale poiché terrorizza la persona nelle situazioni interpersonali in cui si è sotto osservazione al punto di condurla verso una condizione di isolamento; la timidezza può restare un tratto caratteriale che mantiene il funzionamento della persona.
L’età media di insorgenza rientra nel range 8-15 anni e la prevalenza media in Europa, a 12 mesi, è del 2,3%.
Le persone di sesso femminile sembrerebbero più a rischio (American Psychiatric Associatione, 2013).
In Italia la prevalenza, a 12 mesi, è del 1% (ISS-ESEMeD, 2005).
Il DMS 5, il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali descrive la fobia sociale come la persistente paura di venire giudicato in modo negativo nelle relazioni interpersonali.
Chi soffre di questa fobia generalmente teme:
- Performance e/o prestazioni
- Situazioni “egocentriche”: quando la persona è chiamata a esprimere la propria opinione o punto di vista.
- Situazioni intime: tutte le volte in cui si parla di se stessi, dei propri fatti personali e si fanno rivelazioni private agli altri.
Come intervenire con la Terapia a Seduta Singola?
Il professionista dovrà prima di tutto capire come funziona il problema (al di là della categoria diagnostica di appartenenza) con una serie di domande a imbuto che permettano di capire con chi, dove, come e quando si manifesta la fobia sociale. In secondo luogo terapeuta e cliente definiranno insieme l’obiettivo della seduta, in modo da rendere quell’incontro efficace ed efficiente nel risolvere e/o migliorare la fobia.
La prima manovra del terapeuta potrebbe essere quella di individuare le tentate soluzioni della persona; solitamente chi soffre di Fobia Sociale mette in scena un repertorio di comportamenti che anziché migliorare il problema, lo mantengono in vita e lo alimentano:
- controllare le proprie reazioni emotive per nasconderle agli altri
- evitare le situazioni sociali ritenute minacciose
- sfogarsi e lamentarsi del problema
- sforzarsi di essere a proprio agio
Bloccare direttamente i comportamenti
Il terapeuta può decidere di bloccare direttamente i comportamenti disfunzionali con delle prescrizioni o delle ristrutturazioni che ridefiniscano il problema. In questo modo la persona apprende come e quali comportamenti mantengono in vita la sua paura e decidere di interromperli. Per esempio, il terapeuta potrebbe ristrutturare come il lamentarsi e chiedere rassicurazioni non sia funzionale, ma che al contrario fa crescere la paura a dismisura. Oppure potrebbe spiegare come l’evitamento rappresenti una falsa protezione per la paura perché rafforza, da un lato, la convinzioni di non avere le capacità adeguate per affrontare la situazione, dall’altro etichetta quella situazione come realmente pericolosa.
Esistono delle eccezioni al problema?
In un secondo momento indagherà le “eccezioni al problema” ovvero come e quando la persona in passato ha affrontato situazioni pubbliche senza provare paura o provandone di meno; in questo modo potrà mostrare le risorse al cliente e indicare come sfruttarle a proprio vantaggio. Il terapeuta potrà poi sperimentare delle soluzioni in seduta concordate con il cliente per compiere il primo piccolo passo in direzione della soluzione.
Una manovra che viene utilizzata è il “ Come Se”: al cliente si chiede di immaginare uno scenario al di là del problema, dove la fobia non esiste e domandarsi cosa farebbe di diverso se non soffrisse di Fobia sociale. Il solution talk è utile per descrivere scenari fuori dal problema e costruire una realtà in cui non esiste.
Conclusioni
La Terapia a Seduta Singola è utile per affrontare la Fobia Sociale perché il suo metodo consente di capire come funziona il problema e individuare i punti di sblocco; è una coo-costruzione di una soluzione tra paziente e terapeuta che mira a far fare un’esperienza diversa al cliente per modificare in seguito la sua cognizione.
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Beatrice Pavoni
Team dell’Italian Center for Single Session Therapy
Bibliografia
Cannistrà, F. &Piccirilli, F.(2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.
American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM 5. Raffello Cortina.
Nardone, G.(1999). Psicosoluzioni, BUR.
Nardone, G.(2000). Oltre i limiti della paura, BUR.