Nell’articolo di oggi presentiamo una ricerca su come la Terapia a Seduta Singola possa rivelarsi un ottimo metodo nel trattamento di situazioni che possono manifestarsi nell’adolescenza.
In diversi articoli di questo blog abbiamo visto come la TSS sia un metodo altamente efficiente in diverse situazioni, contesti e con differenti persone.
Credo, considerando anche i tempi che stiamo vivendo e di come la pandemia ha inciso (sta incidendo e inciderà) sulla salute mentale delle persone e dei giovani, che la possibilità di praticare la TSS e le terapie brevi possa rappresentare una valida occasione per i professionisti della salute mentale.
Come si è modificato il panorama della salute mentale dei giovani con il Covid-19?
Un adolescente su 4 ha sintomi di depressione da Covid, raddoppiati i casi in 2 anni e 1 su 5 mostra segni di un disturbo d’ansia. È quanto emerge da un’ampia metanalisi appena pubblicata su Jama Pediatrics, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80 mila giovani.
Nella ricerca presentata da Jessica L. Schleider et al. “Future Directions in Single Session Youth Mental Health Interventions”si prendono in considerazione diversi fattori tesi a valutare come proseguire la ricerca (e definire le migliori prassi) nel trattamento degli adolescenti mediante la TSS.
Il contesto
Gli Stati Uniti, pur spendendo più soldi in servizi di salute mentale rispetto a qualsiasi altro paese, mantengono un accesso agli stessi servizi molto basso. Questo divario di accesso è molto ampio nella popolazione giovanile con una percentuale che si attesta intorno all’80% di giovani con bisogni che non hanno servizi o interventi non efficienti.
In ragione di questo dato la Terapia a Seduta Singola può offrire un’opportunità per migliorare l’accesso, il rapporto costo/efficacia e il completamento di iter terapeutici per i giovani.
Come annullare questo divario?
Più della metà dei problemi di salute mentale della vita emergono all’età di 14 anni (de Girolamo, Dagani, Purcell, Cocchi e McGorry, 2012; Kessler & Wang, 2008), spesso portando a menomazioni croniche e impatti negativi per gli individui, le famiglie e la società. Nonostante i progressi significativi nello sviluppo di trattamenti psicosociali per i problemi di salute mentale dei giovani, fino all’80% dei giovani negli Stati Uniti con bisogni di salute mentale non riceve alcun servizio (Kataoka, Zhang, & Wells, 2002; Kazdin & Rabbitt, 2013; Kessler et al., 2005; Konrad, Ellis, Thomas, Holzer e Morrissey, 2009).
Cosa si può immaginare per rivoluzionare il modo di fare terapia?
Kazdin (2019) afferma la necessità di pensare all’azione terapeutica attraverso una lente completamente nuova, affermando che gli interventi futuri potrebbero non basarsi sui trattamenti psicologici che hanno dominato la ricerca fino ad oggi. Lo studio riflette come numerose siano ormai le ricerche che attestano la portata della Terapia a Seduta Singola, sottolineando anche che tra i giovani che accedono ai servizi, il trattamento è spesso breve: i giovani statunitensi che iniziano la terapia frequentano in media solo 3,9 sessioni (Harpaz Rotem, Leslie e Rosenheck, 2004) e il numero modale di sessioni a cui partecipano è uno (Hoyt, Bobele , Slive, Young e Talmon, 2018a). Ciò crea la necessità di quantificare e capitalizzare su ciò che può essere realizzato, dati gli obiettivi e la struttura appropriati, in un breve periodo di tempo.
Stato dell’evidenza sugli interventi a Seduta Singola per i giovani.
L’evidenza suggerisce che gli interventi di Terapia a Seduta Singola (o Single Session Interventions) possano aiutare a ridurre o prevenire la psicopatologia nei giovani. Studi randomizzati hanno mostrato effetti promettenti per diversi tipi di problemi giovanili, tra cui fobie specifiche (Davis, Ollendick e Ost, 2012), disturbi della condotta (Mejia, Calam e Sanders, 2015) e disagio generale nei giovani multiproblematici (Perkins, 2006).
In una meta analisi di 50 studi randomizzati controllati (Schleider & Weisz, 2017), gli interventi di TSS per problemi psicologici dei giovani hanno dimostrato un significativo effetto benefico con un 59% di possibilità che un giovane che riceve una TSS mostri una riduzione dei sintomi maggiore rispetto a un giovane assegnato a una condizione di controllo (Ruscio & Mullen, 2012). Numericamente, gli effetti complessivi delle Terapie a Seduta Singola sono leggermente inferiori a quelli della tradizionale psicoterapia giovanile multi-sessione (Weisz et al., 2017; media g = .46 per trattamenti della durata media di 16 sessioni). Tuttavia, la loro relativa brevità e accessibilità suggerisce il potenziale per un impatto su scala più ampia.
Raccomandazioni per il futuro
Sono necessarie ulteriori indagini per determinare le promesse e i limiti della TSS. In ragione di questo la Schleider e colleghi propongono 6 raccomandazioni da tenere in considerazione per le future ricerche (in questo nostro articolo solo citate e dettagliate nell’articolo “Future Directions in Single Session Youth Mental Health Interventions”):
- Scegliere le misure con attenzione.
- Specificare i metodi in anticipo attraverso la pre-registrazione.
- Utilizzare condizioni di controllo plausibili.
- Ottimizzare la precisione e il potere predittivo delle SSI valutando gli esiti immediati.
- Capitalizzare i dati interni e inter- persona per migliorare la previsione della risposta alle TSS.
- Rendere open source i materiali del programma “TSS”.
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia
Schleider, J.L., Dobias, M.L., Sung, J.Y., Mullarkey, M.C., (2020). Future Directions in Single-Session Youth Mental Health Interventions. Journal of Clinical Child & Adolescent Psychology, 49:2, 264-278.
de Girolamo, G., Dagani, J., Purcell, R., Cocchi, A., & McGorry, P. D. (2012). Age of onset of mental disorders and use of mental health services: Needs, opportunities and obstacles. Epidemiology and Psychiatric Sciences, 21(1), 47–57.
Kessler, R. C., & Wang, P. S. (2008). The descriptive epidemiology of commonly occurring mental disorders in the United States. Annual Review of Public Health, 29, 115–129.
Kataoka, S. H., Zhang, L., & Wells, K. B. (2002). Unmet need for mental health care among U.S. children: Variation by ethnicity and insurance status. The American Journal of Psychiatry, 159(9), 1548–1555.
Kazdin, A. E., & Rabbitt, S. M. (2013). Novel models for delivering mental health services and reducing the burdens of mental illness. Clinical Psychological Science, 1, 170–191
Kazdin, A. E. (2019). Annual research review: Expanding mental health services through novel models of intervention delivery. Journal of Child Psychology and Psychiatry, and Allied Disciplines, 60(4), 455–472.