Nell’articolo di oggi proponiamo uno studio svolto in Gran Bretagna nel 2021 che ha avuto come obiettivo la valutazione della fattibilità e dell’accettabilità di un intervento di Acceptance and commitment therapy (ACT), una terapia cognitivo comportamentale (Hayes & Hofmann, 2017) a seduta singola realizzata per aiutare le donne a gestire la paura del parto durante la prima gravidanza.
La paura del parto.
La preoccupazione e la paura del parto sono dei fenomeni molto diffusi in particolare tra le donne che fanno per la prima volta questo tipo di esperienza. Tuttavia una recente meta-analisi ha stimato che il 14% delle donne nel mondo sperimenta una significativa paura del parto (O’Connell et al., 2017). Tale paura può avere diverse implicazioni per le donne, i bambini e i servizi sanitari, tra queste il maggiore utilizzo:
- dell’assistenza sanitaria (Andersson et al., 2004);
- dei tagli cesarei (Waldenström et al., 2006);
- e di analgesia epidurale a priori (Van den Bussche et al., 2007);
- nonché esperienze negative di parto, traumi alla nascita, tassi più bassi di allattamento al seno e maggiore rischio di depressione postnatale e disturbo da stress post-traumatico (Ayers & Ford, 2016; Veringa et al., 2016).
Quali sono le conseguenze scaturite da tale fobia?
La ricerca suggerisce che le donne che presentano una fobia del parto:
- ricevono una quantità significativamente maggiore di farmaci psicotropi (Nordeng et al., 2012);
- sperimentano maggiori difficoltà con l’attaccamento al loro bambino (NHS London Clinical Networks, National Health Service (NHS) London Clinical Networks, 2018) e sono più propense a ritardare o a non rimanere di nuovo incinta (Sydsjö et al., 2013);
- l’esposizione al disagio materno sia prima che dopo il parto può influenzare negativamente lo sviluppo dei bambini (Schetter & Tanner, 2012);
- la presenza di depressione e ansia prenatale è associata a un aumentato rischio di difficoltà di regolazione delle emozioni (Glasheen et al., 2010; Leis et al., 2014) e problemi di comportamento sociale tra i bambini (Field, 2010).
- Infine, gli esiti avversi per la salute mentale perinatale influiscono sullo sviluppo cognitivo dei bambini (Evans et al., 2012) e possono contribuire a una scarsa crescita (Lampard et al., 2014).
Quali sono i costrutti alla base di tale fobia?
Da uno studio effettuato per identificare i costrutti chiave alla base delle paure delle donne, sono stati rintracciati:
- paura dell’ignoto;
- paura delle lesioni e de dolore;
- preoccupazioni sulla capacità del loro corpo di partorire, la perdita del controllo e il supporto limitato da parte degli operatori; sanitari (Sheen & Slade, 2018).
L’incertezza del parto insieme alla catastrofizzazione del dolore rappresentano un fattore predittivo della paura del parto (Rondung et al., 2019). L’intolleranza all’incertezza inoltre è descritta come un tipo di pregiudizio cognitivo in grado di influenzare il modo in cui la persona percepisce, interpreta e risponde a livello cognitivo, emotivo e comportamentale alle situazioni incerte in generale (Robichaud & Dugas, 2012), portando a controllare e/o evitare emozioni, pensieri e sensazioni difficili (Birrell et al., 2011).
Come viene gestito tale disagio a livello sanitario?
Nel Regno Unito ad esempio la valutazione delle paure del parto non sono richieste (Richens et al., 2015) e le linee guida raccomandano solo di informarsi su ansia e depressione (National Institute for Health and Care Excellence [NICE], 2014). In generale è stato rilevato che gli interventi di assistenza prenatale sono eterogenei (O’Brien et al., 2017) e ciò sembra essere dovuto in particolar modo alla mancanza di integrazione tra le discipline della maternità e quelle della psichiatria/psicologia e i pochi fondi assegnati alla salute mentale perinatale.
Ce cos’è l’Acceptance and commitment therapy (ACT)?
L’ACT è una terapia cognitivo comportamentale che si concentra sulla relazione tra i pensieri e le emozioni della persona piuttosto che sul contenuto e sugli stili di pensiero (Hayes & Hofmann, 2017). La terapia offre tecniche che sviluppano le abilità di consapevolezza con la pratica dell’accettazione di sé per aiutare le persone a relazionarsi con i pensieri e le emozioni difficili in modi più utili. Ciò è ulteriormente facilitato dall’impegno in azioni che aiutano a facilitare l’esperienza e ad accogliere le sfide (piuttosto che evitarle).
Perché ACT è un intervento efficace con le donne?
ACT propone una volontà coraggiosa (indicata anche come accettazione) di essere presente con sentimenti di incertezza durante la gravidanza, combinata con azioni volte a vivere una vita ricca e significativa attraverso attività di valore (Hayes & Smith, 2005). È stato riscontrato che maggiori livelli di accettazione sono correlati a un migliore adattamento e qualità della vita (Pakenham & Fleming, 2011).
Partecipanti
Sono state ricevute 33 manifestazioni di interesse, 21 donne si sono iscritte, 15 hanno partecipato e 11 hanno completato le misure di follow-up.
Procedura della ricerca
Le donne hanno partecipato a un intervento ACT a sessione singola della durata massima di 3 ore. La seduta è stata messa a disposizione di un massimo di 12 donne per seduta. Dopo le presentazioni e il consenso informato, le donne hanno compilato questionari riguardanti sia gli aspetti emotivi (paura del parto, ansia e benessere) sia i potenziali meccanismi di cambiamento (incertezza e valori). Durante tutto il tempo, è stato fornito del tempo per esercizi di apprendimento esperienziale integrati, opportunità per le donne di porre domande e di condividere riflessioni. È stato anche offerto del tempo per discutere l’applicazione delle abilità ACT nella vita quotidiana. Infine le donne sono state intervistate ed è stata fornita una copia della presentazione e del kit degli strumenti di auto-aiuto. Se richiesto, la consulente ostetrica ha offerto ulteriore supporto. Due settimane dopo la sessione, le donne sono state contattate per ripetere i questionari di valutazione.
Risultati
I risultati hanno dimostrato riduzioni cliniche e statistiche della paura del parto e dell’ansia insieme a un feedback positivo sull’intervento. L’intolleranza all’incertezza e al benessere era bassa al basale ed è rimasta invariata Per un approfondimento dei dati della ricerca (clicca qui).
Conclusione
Un intervento ACT a singola sessione si è dimostrato potenzialmente accettabile e fattibile nel supportare le donne a far fronte alle incertezze del parto in una prima gravidanza. Questo studio ha dimostrato segnali preliminari di trattamento positivo, con riduzioni della paura del parto e dell’ansia insieme a un aumento di attività in grado di arricchire la vita della donna. Questo aspetto mette in luce un importante ruolo giocato dagli interventi a seduta singola nelle fasi della prevenzione.
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Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
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