Nell’articolo di oggi riportiamo la descrizione di un sorprendente caso clinico descritto dal ricercatore e scrittore Dawson Church con l’obiettivo di illustrare come la Terapia a Seduta Singola abbinata a una specifica tecnica in questo caso l’EFT (Emotional Freedom Techniques), possa costituire un unico ed efficace intervento per il trattamento di problematiche complesse e spesso invalidanti come il disturbo da stress post traumatico (PTSD).
Il caso presentato all’interno di Capturing the moment: single session therapy and walk-in services (2014), libro scritto e curato dagli psicologi M. Hoyt e M. Talmon, rappresenta infatti uno dei contributi più interessanti rispetto allo studio teorico e pratico della Terapia a Seduta Singola.
Ma chi è Dawson Church?
Dawson Church è un ricercatore che si occupa da diversi anni dello studio dell’epigenetica, rispetto alla quale ha scritto molti libri tra cui il più celebre The Genie in Your Genes (2013), considerato un lavoro fondamentale per la comprensione del legame tra le emozioni e la genetica.
Fondatore del National Institute for Integrative Healthcare in California, Church è impegnato costantemente nello studio di nuove tecniche psicologiche e mediche basate sull’evidenza tra cui l’Emotional Freedom Techniques (EFT).
In cosa consiste l’Emotional Freedom Techniques?
L’Emotional Freedom Techniques (EFT) è una tecnica che combina gli elementi della terapia cognitiva con la tecnica della digitopressione. Sono stati effettuati molti studi scientifici su questa tecnica in particolare sui veterani di guerra che hanno dimostrato la sua efficacia nel trattamento del disturbo da stress post traumatico PTSD, delle fobie, dell’ansia, della depressione e del dolore.
Come funziona il “tocco” EFT?
Simile all’agopuntura, l’EFT durante una singola sessione di terapia si concentra sui punti meridiani o punti caldi di energia per ripristinare l’equilibrio energetico del corpo. L’applicazione di questa tecnica parte dal presupposto che il ripristino dell’equilibrio energetico permetta alla persona di alleviare i sintomi derivanti da esperienze o emozioni negative vissute.
La tecnica EFT può essere suddivisa in cinque passaggi.
- Identificare il problema
Affinché la tecnica sia efficace, è necessario prima identificare il problema o la paura alla base del problema stesso su cui si manterrà il focus attraverso il tocco.
Test dell’intensità iniziale
Dopo aver identificato l’area problematica, è necessario impostare un livello di intensità del dolore e del disagio emotivo o fisico relativo al problema focalizzato, in riferimento a una scala da 0 a 10, in cui 10 è il livello peggiore.
- La configurazione
Prima del tocco, è necessario stabilire una frase che spieghi cosa si sta cercando di affrontare. La frase iniziale utilizzata generalmente è: “Anche se ho questa paura o problema, accetto profondamente e completamente me stesso”.
- Sequenza di intercettazione EFT
La sequenza dell’EFT prevede il tocco di nove punti meridiani. Esistono 12 meridiani principali che rispecchiano ciascun lato del corpo e corrispondono a un organo interno. Tuttavia, l’EFT si concentra principalmente su questi nove punti:
karate chop (KC): meridiano dell’intestino tenue
cima della testa (TH): nave governativa
sopracciglio (EB): meridiano della vescica
lato dell’occhio (SE): meridiano della cistifellea
sotto l’occhio (UE): meridiano dello stomaco
sotto il naso (ONU): nave governativa
mento (Ch): nave centrale
inizio della clavicola (CB): meridiano renale
sotto il braccio (UA): meridiano della milza
Mentre viene seguita la sequenza la persona recita una frase per mantenere l’attenzione sulla sua area problematica.
- Prova l’intensità finale
Alla fine della sequenza, la persona valuta il livello di intensità sulla scala da 0 a 10, confrontando i risultati con il livello di intensità iniziale.
Ma veniamo alla storia di “Sally”
Sally era un’ex infermiera a cui era stato diagnosticato un disturbo post-traumatico da stress (PTSD). La donna aveva cominciato ad avere frequenti incubi e flashback in seguito a un incidente particolare che si era verificato durante il suo servizio in Vietnam.
Sally aveva salvato alcuni bambini e anziani di un villaggio vietnamita e mentre li stava curando nell’ospedale da campo un sergente dell’esercito americano andò da lei, ordinandole di mandare via tutti perché era necessario lo spazio per curare il personale di servizio americano.
Sally non obbedì e si rifiutò. A quel punto, il sergente tirò fuori il suo revolver di servizio dalla fondina e glielo puntò alla testa dicendole che in un modo o nell’altro avrebbe ucciso gli abitanti del villaggio e che lei avrebbe potuto solo scegliere se morire prima o dopo di loro.
Rendendosi conto della grave situazione in cui si trovava, Sally sapeva che non avrebbe avuto scelta e che salvare gli abitanti del villaggio sarebbe stata un’impresa completamente fuori dal suo controllo. Sapeva anche che l’unica cosa da fare era quella di consentire loro di andare in pace con dignità, senza creare paura o panico e nel rispetto della loro cultura. Per proteggerli dalla violenza del sergente, fece radunare i bambini attorno agli anziani per supportarli e li incoraggiò a lasciare l’ospedale in gruppo. Una volta fuori, furono fucilati dal sergente.
Sally non si riprese mai emotivamente dall’esperienza. Si incolpò per essere stata responsabile dell’omicidio, continuando ad avere incubi sull’incidente per quarant’anni.
Sally poté lavorare su questa memoria traumatica durante una sessione di psicoterapia in cui venne usata la tecnica EFT. Grazie a questo intervento fece pace con l’evento e la sua colpa si trasformò nella consapevolezza che gli abitanti del villaggio le erano effettivamente grati. Avevano visto la pistola puntata alla sua testa e sapevano che non c’era nient’altro che potesse fare. Non la biasimarono, ma apprezzarono ciò che aveva fatto. Dopo la sessione di terapia, gli incubi e i flashback cessarono.
Conclusioni
La conclusione che possiamo trarre rispetto al tema affrontato nell’articolo di oggi è che per ottenere un cambiamento significativo, anche quando questo è legato a eventi profondamente traumatici, non è sempre necessario affrontare un lungo percorso di terapia. Ciò che in talune circostanze risulta essere efficace perché tutto avvenga invece è piuttosto la presenza di un insieme di fattori, tra cui un terapista formato in Terapia a Seduta Singola e un cliente pronto a cambiare.
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia
Church, D. (2013). Sometimes Just One Session of Therapy Can Be Enough. Huffpost from https://www.huffpost.com/entry/sometimes-just-one-session-of-therapy-can-be-enough_b_57c122bfe4b00c54015dea64
Church, D. (2013). The EFT manual (3rd ed.). Santa Rosa, CA: Energy Psychology Press.
Church, D., Yount, G., & Brooks, A. J. (2012). The effect of Emotional Freedom Techniques on stress biochemistry: A randomized controlled trial. Journal of Nervous and Mental Disease, 200(10), 891–896.
Church, D. (2016). Personal Epigenetics: A New Era in Health and Medicine. Huffpost from https://www.huffpost.com/entry/personal-epigenetics-a-new-era-in-health-and medicine_b_57accc0ae4b03d06fe845285
Church, D., Yount, G., Rachlin, K., Fox, L., & Nelms, J. (2016). Epigenetic effects of PTSD remediation in veterans using clinical EFT (Emotional Freedom Techniques): A randomized controlled pilot study. American Journal of Health Promotion (in press).
Hoyt, M.F., & Talmon, M. (2014). Capturing the Moment: Single Session Therapy and Walk-In Services. Crown House Pub.
Maharaj, M. E. (2016). Differential gene expression after Emotional Freedom Techniques (EFT) treatment: A novel pilot protocol for salivary mRNA assessment. Energy Psychology: Theory, Research, and Treatment, 8(1), 17–32.