Con l’articolo di oggi affrontiamo un tema piuttosto dibattuto nel campo della psicoterapia ovvero quello della resistenza al cambiamento da parte del cliente e come questo concetto venga affrontato in relazione alla Terapia a Seduta Singola (Cannistrà & Piccirilli, 2018).
Partiamo dall’inizio, cosa si intende per resistenza al cambiamento?
Nell’ambito della psicoanalisi o di alcune forme di psicoterapia come la terapia cognitivo-comportamentale o quella sistemica solo per citarne alcune, la resistenza al cambiamento al di là delle peculiari definizioni che ne derivano in base all’approccio di riferimento, viene considerata come un ostacolo più o meno consapevole che la persona o il sistema di cui fa parte attua per opporsi al cambiamento introdotto dal terapeuta (Hoyt, 2018).
Secondo quest’ottica la presenza della resistenza cosa presuppone nella relazione tra terapeuta e cliente?
Vista in tal senso la resistenza appare come un fattore difficile da gestire per il terapeuta, che tende ad attribuire per lo più al cliente/paziente/sistema la responsabilità del lento cambiamento nel percorso terapeutico, se non addirittura il fallimento della terapia stessa.
Ma per tutti gli approcci è così?
Esistono delle forme di terapia breve che non considerano la resistenza necessariamente come un ostacolo messo in atto dalla persona per evitare il cambiamento o l’angoscia che ne potrebbe derivare, bensì come nel caso del famoso psichiatra M. Erickson e della terapia strategica, essa viene considerata come una forma di collaborazione da parte del cliente. Quest’ultima, infatti, se accettata e utilizzata dal terapeuta fin dall’inizio dell’intervento può essere aggirata mediante specifiche strategie (es. prescrizione del sintomo) e diventare la risorsa stessa per il cambiamento (Haley, 1973).
Come viene affrontato tale concetto nell’ambito della Terapia a Seduta Singola?
Come sappiamo nell’ambito della TSS è fondamentale utilizzare la motivazione della persona, creare l’alleanza terapeutica e rispettare la Teoria del cambiamento del cliente (Duncan & Miller, 2000). Tutti elementi che come è possibile intuire ci portano lontani dal tradizionale concetto di resistenza, per avvicinarci invece al modello della solution brief therapy di de Shazer (de Shazer et al., 1986) che propone un superamento di tale concetto (de Shazer, 1984) in favore di una visione del rapporto terapeutico basato sulla cooperazione tra terapeuta e cliente.
Quale è il presupposto alla base di questa visione?
Alla base di questa visione della relazione terapeutica c’è l’idea che il cliente sia sempre motivato a cambiare. L’eventuale resistenza manifestata dal cliente non è altro che un segnale più o meno consapevole dell’incapacità a collaborare nelle modalità proposte dal terapeuta. Sarà dunque il terapeuta a dover trovare la strada più idonea per andare incontro alle esigenze del cliente e non il cliente ad adattarsi al modello di terapia proposto (Cannistrà & Piccirilli, 2018).
Conclusioni
Possiamo concludere utilizziamo le seguenti parole di de Shazer (1986):
Eravamo da tempo sconcertati dalla nozione di “resistenza” in terapia. Mentre ci guardavamo lavorare l’un l’altro, diventammo sempre più convinti che i clienti volevano davvero cambiare. Certamente alcuni di loro hanno scoperto che le nostre idee su come dovesse avvenire il cambiamento non si adattava molto bene. Piuttosto che vedere questo come “resistenza” lo abbiamo visto più come il modo di agire dei clienti per farci sapere come aiutarli (p. 2).
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia.
Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.
de Shazer, S. (1984). The death of resistance. Family Process, 23: 11–17.
de Shazer, S., Kim Berg, I., Lipchik, E., Nunnally, E., Molnar, A., Gingerich, W., Weiner-Davis, M., (1986). Brief Therapy: Focused Solution Development. Family Process, 14: 79-93.
Hoyt M.F. (2018). Psicoterapie Brevi: Principi e pratiche. CISU Editore