Finora ci siamo occupati principalmente di come integrare la Terapia a Seduta Singola nella pratica professionale. In questo articolo invece approfondiremo attraverso uno studio effettuato sulla catastrofizzazione del dolore: quali problematiche possono essere trattate in maniera efficace attraverso un’unica sessione di terapia, dando inoltre alle persone l’opportunità di ricevere un trattamento in tempi brevi e con costi ridotti.
Perché prendiamo in esame proprio questo studio?
Dalle indagini condotte nel 2014 da Darnall et al. della Stanford University School of Medicine di Palo Alto, il dolore cronico è un fenomeno che ha un enorme impatto sulla qualità della vita di oltre 100 milioni di persone negli Stati Uniti e più di 1 miliardo di persone in tutto il mondo.
L’onere economico che ne consegue è altrettanto sbalorditivo. Solo negli Stati Uniti i costi annuali di trattamenti combinati e di disabilità correlate superano il mezzo trilione di dollari.
La necessità, quindi, di trattare i fattori che mantengono e peggiorano l’esperienza del dolore per ridurre la sofferenza umana, nonché quella di ridurre i costi del trattamento del dolore e la debilitazione cronica rappresentano evidentemente una priorità.
Ma andiamo più nel dettaglio!
In cosa consiste questa problematica?
La catastrofizzazione del dolore è definita come un modello di risposte cognitive e emozionali negative al dolore reale o anticipato, che mantiene il dolore cronico e mina i trattamenti medici.
Il dolore cronico è associato inoltre a una serie di fenomeni negativi tra cui: maggiore intensità del dolore, afflizione affettiva, dolori muscolari e articolari, tensione muscolare a riposo, disabilità correlate al dolore, scarsa risposta a vari trattamenti del dolore compresa quella chirurgica e un maggiore uso e abuso di oppioidi.
Su cosa si è focalizzato lo studio pilota?
Questo studio ha testato la fattibilità dell’intervento a Seduta Singola sulla catastrofizzazione del dolore che generalmente prevede più sessioni di terapia comportamentale cognitiva. In questo caso per fornire un trattamento efficace, è stata sviluppata una classe di 2 ore a seduta singola dal titolo “From Catastrophizing to Recovery” (FCR) volta al trattamento esclusivo del Pain Catastrophizing (PC).
L’obiettivo dello studio è stato quello di determinare:
- la fattibilità dell’FCR;
- le valutazioni dei partecipanti per l’accettazione, la comprensione, la soddisfazione e la probabilità di utilizzare le informazioni apprese;
- l’efficacia preliminare dell’FCR per ridurre il PC.
Cosa mettono in luce i risultati?
Questo studio prospettico ha coinvolto 76 pazienti che hanno ricevuto cure ambulatoriali presso lo Stanford Pain Management Center e che hanno partecipato alla classe come trattamento gratuito. Di tutti i partecipanti che hanno completato e restituito il The Pain Catastrophizing Scale (PCS), somministrato al check-in di classe (linea di base) e a 2 e 4 settimane dopo il trattamento ne sono stati inclusi nello studio 57 di età media di 50,2 anni.
I risultati altamente positivi dell’indagine anonima post-classe hanno suggerito che l’FCR è stato ben accolto dai partecipanti e che la maggior parte di essi ha ritenuto che la classe avesse offerto informazioni preziose che potevano integrare nelle loro vite.
Altro aspetto interessante ha riguardato la riduzione del PC a 2 e 4 settimane dopo il trattamento e l’efficacia preliminare dell’intervento a Seduta Singola.
Altri risultati suggeriscono che l’effetto positivo del trattamento può rafforzarsi nel tempo: i dati disponibili da parte dei partecipanti che hanno completato entrambi le valutazioni di follow-up suggeriscono che il PC continua a diminuire per 4 settimane dopo il trattamento.
Infine i risultati ottenuti sui partecipanti con diagnosi di ansia o depressione suggeriscono che il trattamento breve è efficace anche per coloro che presentano queste sintomatologie. Tuttavia questo ultimo dato, vista la piccola dimensione del campione sottolinea la necessità di caratterizzare meglio il ruolo dell’ansia e dei disturbi depressivi nell’aderenza e nei risultati longitudinali.
Conclusioni
Per concludere i risultati sopra evidenziati sono particolarmente promettenti in quanto ci permettono di affermare che la possibilità di ridurre efficacemente il PC attraverso un intervento a Seduta Singola può ampliare notevolmente l’accesso a cure efficienti e a basso costo.
Ricordiamo che il trattamento del PC comporta visite multiple da uno psicologo, imponendo un onere considerevole per i pazienti in termini di tempo, viaggio e costi. Tali oneri possono rappresentare un ostacolo alla cura, lasciando così molti pazienti senza trattamento.
Precedenti studi hanno dimostrato infine che l’iniziale riduzione del PC è associata a una risposta migliore a successive modalità di trattamento del dolore. Di conseguenza, ciò mette in evidenza il valore specifico della somministrazione precoce del trattamento FCR nel processo di trattamento del dolore. Studi futuri tuttavia potranno esaminare se l’intervento breve sia in grado di ottimizzare la risposta al trattamento del dolore multidisciplinare o altre modalità specifiche (es. la terapia fisica).
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche”o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia
Darnall, B. D., Sturgeon, J. A., Kao, M. C., Hah, J. M. & Mackey, S. C. (2014). From Catastrophizing to Recovery: a pilot study of a single-session treatment for pain catastrophizing. Journal of Pain Research, 7, 219-226. doi: 10.2147/JPR.S62329