L’obiettivo dell’articolo di oggi è descrivere in cosa consiste la paura di volare e come la Terapia a Seduta Singola interviene sulle fobie con successo.
Cos’è l’aereofobia?
Con questo termine s’intende la paura di prendere l’aereo o di volare (fear of flying) a causa di uno stato di ansia significativo.
Si può configurare o come una fobia, una paura irrazionale e persistente verso una situazione specifica che in questo caso è la condizione di dover prendere l’aereo oppure potrebbe manifestarsi come una paura piuttosto intensa, ma comunque gestibile.
Paura o fobia?
È importante indagare quanto, l’aerofobia in questo caso, sia invalidante per la persona.
La paura è un’emozione fondamentale che permette di valutare i pro e i contro delle situazioni, di riflettere prima di agire e di “sopravvivere” ai pericoli.
Quando diventa fobia, la paura aumenta in modo esagerato e sproporzionato rispetto all’evento in causa e la persona assume comportamenti rigidi e disfunzionali che si trasformano in un problema.
In che modo la Terapia a Seduta Singola può rappresentare un intervento efficace per la paura di volare?
La Terapia a Seduta Singola ci viene incontro in questi casi perché permette di indagare a fondo come funziona il problema, piuttosto che le sue cause. Questo vuol dire che anziché conoscere le radici in cui affonda la paura, possiamo indagare le situazioni in cui la persona la sperimenta (quindi se è relegata solo all’aereo, a viaggi lunghi o brevi, se è in compagnia o da sola, e così via) in modo da avere un quadro chiaro operativo di comportamenti che bisogna bloccare o modificare.
Quali sono i comportamenti da bloccare o modificare?
Solitamente in tutti i quadri fobici è possibile rintracciare quattro tentate soluzioni:
- Controllo della sintomatologia fisica
- Evitamento
- Richiesta d’aiuto
- Parlare
Cosa fa il terapeuta una volta che ha rintracciato le soluzioni disfunzionali del paziente?
È possibile che la persona non eviti, ma utilizzi una serie di stratagemmi contro l’ansia: farmaci/tranquillanti sempre in valigia, controllo delle reazioni del personale di bordo, scelta accurata dei posti in cui seder; tecniche di distrazione come musica, letture ed altro.
Il terapeuta indaga la presenza di questi comportamenti e procede a bloccarli con prescrizioni o ristrutturazioni ad hoc.
Qual è l’obiettivo del terapeuta?
L’obiettivo del terapeuta è quello di disinnescare i tentativi di controllo dell’ansia, facendo fare alla persona un’esperienza funzionale, in cui è lei stessa a rendersi conto che è in grado di gestire l’ansia senza nessun tipo di presidio/aiuto secondario.
Conclusioni
La Terapia a Seduta Singola è utile per affrontare l’aerofobia perché il suo metodo consente di capire come funziona il problema e individuare i punti di sblocco. La TSS mira alla co-costruzione di una soluzione tra paziente e terapeuta, insegnando al paziente a “fare a meno dell’ansia”.
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Beatrice Pavoni
Psicologa
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia:
Cannistrà, F. & Piccirilli, F. (2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.
Evangelisti, L. (2014). Mai più paura di volare: Come vincere per sempre la fobia dell’aereo. Feltrinelli.
Nardone, G. (1993). Paura, panico, fobie. Ponte alle Grazie.
Nardone, G. (2000), Oltre i limiti della paura. BUR.