Non è sicuramente un segreto per nessuno che sia in questo contesto storico-geografico, che complessivamente nel mondo contemporaneo, la necessità di pensare alla possibilità di terapie brevi diventa sempre più impellente.
La crisi economica che ha colpito l’Italia e il resto del mondo, e più in generale l’insieme delle crisi che caratterizzano l’epoca in cui ci troviamo, portano con sé molte conseguenze, su piccola e anche su larga scala, anche sul fronte del benessere personale dei cittadini (si veda l’approfondimento nell’articolo Il futuro della psicoterapia: trend e prospettive).
In questo articolo, di particolare interesse per le strutture sanitarie, cerchiamo di dare un breve scorcio sul come e perché la TSS aiuta nel ridurre i costi. In particolare ci concentreremo sul problema delle liste d’attesa, seppure in questo primo articolo daremo solo una velocissima introduzione panoramica.
La crisi economica come crisi della salute
A fronte dei limiti degli investimenti dedicati alla salute pubblica, in tutti i Paesi del mondo, tra cui ovviamente l’Italia, i centri e le comunità dedicate a vario titolo alla salute mentale, così come le vaste organizzazioni pubbliche, private e convenzionate, spesso si trovano ad affrontare limiti importanti di budget e risorse umane e professionali. I problemi derivati sono di diversa natura: uno su tutti, l’inevitabile allungarsi delle liste di attesa, che di fatto rischia di boicottare l’efficacia anche dell’intervento migliore.
È facile da intuire che problemi trascurati possono diventare cronici o precipitare in situazioni cliniche ben più gravose sia per il paziente che per chi interviene per prendersene cura. Peggio ancora, la persona può essere sfiduciata dal tentare di chiedere aiuto, conscia di un sistema che risponde in modo inadeguato alle sue necessità, soprattutto quando queste sono vissute come impellenti e necessitanti di risposte in tempi brevi.
E questo, come detto, è solo uno dei problemi.
L’alternativa della Terapia a Seduta Singola nel ridurre le liste d’attesa
Un lavoro impostato secondo i principi della TSS permette, in alterativa, di ottenere una serie di risultati diversamente inaccessibili, anche sul piano della spesa economica:
- Un intervento tempestivo che si prende cura del problema in tempo reale prima che precipiti, come una pallina di neve che col passare dei giorni, delle settimane, degli anni, diventa una valanga distruttiva che travolge la vita del paziente, il suo portafogli, e di conseguenza le risorse del sistema sanitario nazionale. Si pensi che già prima degli studi sistematici sulla TSS era stato mostrato come sedute singole di psicoterapia aiutassero a diminuire il ricorso del paziente ad altre medicalizzazioni (Follette & Cummings, 1967).
- La possibilità di indirizzare in tempi più rapidi la persona a strutture e risorse presenti sul territorio dedicate al problema presentato, creando le condizioni per poter sostenere le lunghe liste di attesa che comportano, in un lavoro sinergico di rete.
- L’opportunità di accogliere le persone che per vergogna o pregiudizi sull’intervento psicoterapeutico si sentono spaventate all’idea di entrare in uno studio psicologico, immaginando di doverci trascorrere anni e concludendo che in fondo non sono poi così tanto matti da averne davvero assoluta necessità. Poter fare una singola seduta permette di rivedere un immaginario spesso stantio e irrealistico sull’intervento psicoterapeutico restituendo al cliente la propria competenza sulle proprie risorse, e quindi incidendo positivamente anche sull’atteggiamento futuro verso le prossime eventuali difficoltà, aumentandone il senso di auto-efficacia percepita, e quindi riducendo il rischio di ricadute e di ulteriori spese sanitarie.
- L’intercettazione di tutte quelle problematiche che semplicemente sfuggono al sistema sanitario tradizionale e tradizionalmente lungo, perché una persona può soffrire effettivamente di un problema che però per il momento è lieve, e non vale la pena scomodare un percorso lungo… Spesso queste situazioni aspettano in un angolo ma piano piano crescono finché non le si può più ignorare, e allora diventa necessario affrontarle, solo che nel tempo sono diventate più complesse, gravi e costose. Altre volte queste persone contattano le strutture sanitarie, ma le lunghe liste di attesa le scoraggiano e le portano ad annullare l’appuntamento.
- Una maggiore fiducia nel sistema sanitario, e quindi una disponibilità a ricorrervi in modo più puntuale e meno indiscriminato
In più, qualora la Terapia a Seduta Singola si implementasse in un sistema a entrata libera (walk-in service) si ridurrebbero naturalmente anche le sedute mancate, gli appuntamenti cioè in cui il paziente semplicemente non si presenta, senza dare spiegazioni. Questo comporta un aggravamento della spesa pubblica che mette a disposizione risorse di tempo e di soldi per qualcuno che di fatto non ne usufruisce, mentre altri aspettano in coda (Slive & Bobele, 2014).
Effetti positivi aspettati e inaspettati
I tempi di riduzione mostrati dalla TSS sono notevoli, così come i loro effetti benefici inaspettati.
Con la promessa di trattare più avanti l’argomento in modo più dettagliato, con ampi riferimenti al contesto italiano, ci basti per ora sapere che in una delle più vaste ricerche condotte in quest’ambito, Weir et al. (2008) hanno aiutato alcune decine di strutture sanitarie a implementare la TSS come pratica abituale. Il tempo di attesa è stato ridotto di circa una settimana nelle strutture che già erano altamente performanti (o che avevano un basso flusso di accesso), e in quelle con i tempi di attesa più lunghi si è potuto ridurle anche di mesi!
A questo si sono aggiunti una serie di ulteriori effetti benefici che, come abbiamo detto, sono stati decisamente positivi, come:
- miglioramento della percezione della struttura da parte dei pazienti
- miglioramento generale del servizio, capace di rispondere in modo più rapido alle esigenze
- miglioramento del clima di lavoro dello staff, con un significativo tasso di diminuzione del burn out
- miglioramento dell’allocazione delle risorse, grazie a una riduzione del no show dei pazienti
Conclusioni
Come detto, questo articolo è solo uno scorcio introduttivo. Speriamo però che possa dare un’idea su un’ulteriore potenzialità di questo modo di fare terapia.
La Terapia a Seduta Singola si mostra in grado da un lato di aiutare le strutture sanitarie a ridurre il carico e rispondere in maniera più efficiente ai bisogni del cliente, e dall’altro permette alla persona di ristabilire un rapporto sano con l’istituzione sanitaria, grazie a un servizio che risponde ai suoi bisogni, che riduce le osticità e che gli permette di risolvere velocemente i propri problemi utilizzando ciò che di più importante possiede: le sue risorse (Talmon, 2014).
Tania Da Ros e Flavio Cannistrà
Psicologi, Psicoterapeuti
Trainer e Founder dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Bibliografia
Follette, W. T. & Cummings, N. A. (1967). Psychiatric services and medical utilization in a prepaid health care setting. Medical Care, 5, 25-35.
Hoyt, M.F. & Talmon, M. (eds.) (2014). Capturing the Moment. Single Session Therapy and Walk-In Services. Bancyfelin, UK: Crown House.
Slive, A. & Bobele, M. (2014). One Session at a time: When you have a Whole Hour. In M.F. Hoyt & M. Talmon (eds.) (2014), op. cit., pp. 95-120.
Talmon, M. (2014). When less is more: Maximizing the effect of the first (and often only) therapeutic encounter. In M.F. Hoyt & M. Talmon, (eds.) (2014), op. cit., pp. 27-40.
Weir, S., Wills, M., Young, J. & Perlesz, A. (2008). The implementation of Single Session Work in community healt. Brunswick, Australia: The Bouverie Centre, La Trobe University.