Con l’articolo di oggi ci vogliamo di nuovo occupare dei servizi sanitari e del crescente bisogno di risposte adeguate nell’ambito della salute mentale e del benessere psicologico.
Per trattare l’argomento faremo riferimento a un recente articolo Psicopandemia e rischi di abuso farmacologico: quali risposte? di David Lazzari, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) pubblicato recentemente sull’Huffpost, il quale oltre a mettere in luce l’aumento del disagio psicologico in seguito alla pandemia in tutte le fasce di età, segnala come tra le principali forme di aiuto adottate per intervenire ci sia prevalentemente l’utilizzo degli psicofarmaci.
Vediamo quali sono gli effetti della pandemia dopo un anno?
Nell’articolo sono stati riportati i seguenti dati:
- Rispetto al dato rilevato dall’OMS prima della pandemia secondo il quale già 17 milioni di italiani soffrivano per disturbi psicologici (Kastel, 2019), oggi tale disagio è aumentato in modo significativo sottoforma di disturbo ansioso, depressivo o misto.
- L’incidenza più elevata si riscontra nei gruppi a rischio come: reduci dalle terapie intensive colpiti dal Covid-19, malati fisici che non hanno usufruito delle cure per paura del contagio o per limitazioni negli accessi, persone che hanno perso un congiunto, caregiver o parenti di persone con malattie o disabilità, persone con maggiore o pregressa fragilità psicologica, operatori sanitari.
- Un altro dato preoccupante riguarda i giovani, i bambini e gli adolescenti. In un’indagine del Centro Studi CNOP (15.01.21) è emerso che il 47% dei genitori con figli tra 3 e 14 anni presenta problemi emotivi, in un’altra indagine fatta sui bambini sono stati evidenziati stati psicologici negativi nel 62% dei casi. Tra gli adolescenti 6 su 10 dichiara di sentirsi stressato ed uno su tre vorrebbe un supporto psicologico (Unicef 20.11.20).
Rispetto all’aumento del disagio psicologico quali trattamenti vengono maggiormente utilizzati?
Secondo alcuni dati ufficiali dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo Economici) mostrano un significativo aumento nel consumo di ansiolitici e antidepressivi. Secondo il Presidente Lazzari del CNOP tale fenomeno è alimentato da fattori quali:
- il rimborso degli farmaci da parte del Sistema Sanitario Nazionale che per alcune categorie sono anche gratuiti e in generale più accessibili dei trattamenti psicologici;
- la carenza di figure specializzate come gli psicoterapeuti nel sistema sanitario pubblico: nel SSN attualmente c’è una disponibilità di uno psicoterapeuta ogni 12 mila abitanti e l’accesso alle psicoterapie nel pubblico è per pochi, mentre nel privato sono sempre meno quelli che possono permettersi un trattamento (Lazzari, 2021).
Quali sarebbero invece le strade preferibili per le persone e i servizi?
Lazzari evidenzia tre aspetti che mettono in evidenza i vantaggi delle psicoterapie rispetto alle persone e rispetto al risparmio della spesa pubblica:
- secondo una serie di ricerche è emerso che 7 persone su 10 preferirebbero un aiuto psicologico ai farmaci (McHugh, 2013). Le revisioni della letteratura scientifica mostrano una maggiore e più duratura efficacia della psicoterapia per la maggior parte di queste situazioni (Huhn et al. 2014, Cuijpers et al. 2014, Lazzari, 2020);
- Gli interventi psicologici promuovono le risorse delle persone e prevengono le eventuali ricadute soprattutto nel medio e lungo periodo (Harryotaki et al., 2014, Zhang et al., 2018);
- Infine, un dato confermato dalle analisi economiche costo-benefici dicono che a 5 anni dal trattamento la psicoterapia fa risparmiare 1481 euro a persona in campo sanitario e 2058 euro alla società rispetto ai farmaci, rivelandosi economicamente più vantaggiosa nel 75% dei casi (Rossi et al. 2019).
Con l’introduzione della Terapia a Seduta Singola nei servizi pubblici quali vantaggi si potrebbero ottenere?
Data la situazione rilevata viene spontaneo immaginare dei servizi pubblici maggiormente accessibili, soprattutto rispetto alle psicoterapie. In questo senso la Terapia a Seduta Singola offrirebbe per le sue caratteristiche un aumento di tale risposta, agendo in termini preventivi e di risparmio della risposta pubblica. Insieme alla TSS, l’implementazione di servizi Walk-In/TSS rappresenterebbe, inoltre, un potenziamento dei servizi in termini generali e con costi formativi contenuti.
L’esperienza dei servizi Walk-In/TSS nel mondo dimostra come attraverso una breve formazione di psicologi, psicoterapeuti e altre figure come medici e assistenti sociali permetterebbe di costituire équipe multidisciplinari in grado di condividere un metodo d’intervento utile a rispondere a molteplici bisogni, riducendo le liste d’attesa, ridurre il ricorso all’autocura e all’utilizzo prioritario degli psicofarmaci.
Conclusioni
Fornire risposte per la salute mentale più adeguate sarà una sfida importante per il futuro che riguarderà non solo affrontare tale problema sul piano economico, ma culturale. In tal senso prendimo in prestito le parole di Lazzari il quale sostiene che “Continuare a pensare che ogni problema psicologico sia in realtà un problema cerebrale è un errore culturale che nessuna scienza seria conferma. È solo un pregiudizio ideologico che consegna milioni di persone al non ascolto, all’incomprensione, all’esproprio di dimensioni fondamentali della vita. Credo che sia il momento per una seria riflessione e mobilitazione su questa tematica. Non si tratta di demonizzare i farmaci ma di superarli come unica o fondamentale risposta offerta ai cittadini”.
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia.
Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.
Cuijpers, P., Sijbrandij, M., Koole, S.L., M.S., Andersson, G., Beekman, A.T., Reynolds C.F. (2014). Adding Psychotherapy to Antidepressant Medication in Depression and Anxiety Disorders: a Meta-Analysis, The Journal of Lifelong Learning in Psychiatry.
“Future We Want”: nasce il Manifesto dei giovanissimi per il post-COVID from https://www.unicef.it/media/future-we-want-manifesto-dei-giovanissimi-per-il-post-covid/
Hoyt, M. F., Bobele, M., Slive, A., Young, J., & Talmon, M. (Eds.). (2018). Single-session therapy by walk-in or appointment: Administrative, clinical, and supervisory aspects of one at a time services. New York, NY: Routledge.
Hoyt, M. F. & Talmon, M. (Eds.). (2014). Capturing the moment: Single-session therapy and walk-in services. Bethel, CT: Crown House Publishing.
Huhn et al. 2014, Efficacy of Pharmacotherapy and Psychotherapy for Adult Psychiatric Disorders
A Systematic Overview of Meta-analyses
Maximilian Huhn, MD1; Magdolna Tardy, MSc1; Loukia Maria Spineli, MSc3; et al
Lazzari, D., Bottaccioli, A.M., Bottaccioli, F. (2020). Lettera all’editore: Kim, S.-W., Su, K.-P. (2020) Using psychoneuroimmunity against COVID-19,, Brain, Behavior, and Immunity, 87: 170–171.
Lazzari, D., (2021), Psicopandemia e rischi di abuso farmacologico: quali risposte?, Huffpost from www.huffingtonpost.it/entry/psicopandemia-e-rischi-di-abuso-farmacologico-quali-risposte_it_602cf3d2c5b6cc8bbf3823a2.
McHugh, R.K., Whitton,S.W., Peckham, A.D., Welge, A.J., Otto, M.W (2013). Patient Preference for Psychological vs Pharmacologic Treatment of Psychiatric Disorders: A Meta-Analytic Review, The Journal of Clinical Psychiatry, 74(6):595-602.
Talmon, M. (1990). Single-session therapy: Maximizing the effect of the first (and often only) therapeutic encounter. San Francisco, CA: Jossey-Bass.