Dopo il workshop a Milano: numeri e feedback

Primo workshop in Terapia a Seduta Singola a Milano… andato!

Anche stavolta psicologi da tutta Italia, tra cui liberi professionisti, dipendenti di ASL o membri di organizzazioni.

Tutti psicologi, e alcuni psicoterapeuti, formati negli approcci più diversi: terapia narrativa, sistemico-relazionale, psicodinamica, strategica, bioenergetica, nonché colleghi psicologi specializzati in interventi di coaching o di psicologia delle organizzazioni.

Ma la domanda è: siamo riusciti a migliorare il workshop rispetto all’edizione precedente?

La scorsa edizione

La nostra idea è che ogni workshop dev’essere migliore dell’altro. La formazione in Terapia a Seduta Singola dura solo due giorni (non ne servono altri) ed è molto pratica: dev’essere perciò il top.

Nella prima edizione (la precedente, a Roma) eravamo andati oltre le nostre aspettative: il voto generale era 8,7 (scala 1-10) e la media dei diversi aspetti del corso (Utilità, Didattica, Materiale, Organizzazione) era sopra il 4,5 (scala 1-5).

Ottimo, insomma (e trovi tutta la valutazione completa qui).
Però c’è un però: giocavamo in casa.
Lavoriamo tutti a Roma e provincia, qualche collega aveva già sentito parlare di noi e qualcun’altro lo conoscevamo.

Il voto è stato anonimo, tutti sono stati invitati a esprimere un giudizio critico, ma era inevitabile che il dubbio di un bias legato alle conoscenze potesse insidiarsi.

Milano è stata sicuramente la prova del fuoco.
La maggior parte dei colleghi li abbiamo conosciuti per la prima volta il giorno del workshop e, eccetto un paio, i pochi con cui c’erano già stati degli scambi erano persone che ci avevano contattato negli ultimi mesi proprio per avere più informazioni sulla TSS.

Come Gianluca Franciosi, psicologo, psicoterapeuta di formazione psicodinamica, fondatore di PsicoGest e di Psicologi del Benessere:


Ero inizialmente scettico e diffidente (non lo nego), ma quando dai social ho iniziato a leggere e informarmi lo scetticismo ha lasciato spazio a una crescente curiosità, alimentata dalla conoscenza di Flavio.
Quindi la partecipazione al workshop: decisamente ottimo.
Ottimo tutto: dalla conduzione, alla strutturazione dei contenuti, alla disponibilità dei relatori nel confrontarsi con dubbi e perplessità e, ovviamente, ottima anche la metodologia TSS.
Consigliatissimo.

Le novità del workshop a Milano

Da Roma ci siamo portati dei feedback che hanno impreziosito ulteriormente il workshop.

Innanzitutto è stato dato ancora più tempo alla parte pratica. Ci ha un po’ sorpresi, questa richiesta: credevamo di aver già dato molto spazio a questo aspetto (sostanzialmente 5/8 del workshop – per comodità nella nostra mente il workshop è diviso in 8 parti), e pensavamo che un minimo di introduzione teorica fosse necessaria.

Ma, come dire, seguire ciecamente la propria prospettiva è il modo migliore per andare a sbattere contro un muro. Così abbiamo aumentato la pratica a 6/8 e i risultati si sono visti: tutti sono stati soddisfatti (lo abbiamo riscontrato anche nei voti, come vedrai tra poco) e nessuno ha lamentato scarsità di concetti teorici. Peraltro considera che i 2 giorni sono solo una parte del nostro sistema di formazione: chi si iscrive riceve formazione anche prima e dopo il workshop.

Un’altra cosa che ci era stata chiesta riguarda l’aumento dei feedback dei docenti. Anche qui abbiamo dato più spazio alle Domande & Risposte, con soddisfazione di tutti quanti. A Milano ci è stato suggerito di incrementare ancora di più questo aspetto, soprattutto con ancora più feedback relativi alla pratica svolta in aula: messaggio ricevuto.

E, infine, a Roma qualcuno aveva suggerito di aggiungere un video.
Beh, lo abbiamo fatto.
E per la giornata di Milano abbiamo registrato un’intera TSS tratta da un caso reale, che illustra in modo chiaro i diversi passaggi da fare.

Ora, però, andiamo alla prova del nove: in termini numeri, il workshop è andato meglio o peggio del precedente?

Assieme a quello di Gianluca, stiamo raccogliendo a distanza di due settimane (per lasciar sedimentare un po’ le riflessioni) i feedback dei partecipanti: mano a mano che li accumuleremo li integreremo in questo articolo.

 


Valutazione globale del workshop in Terapia a Seduta Singola

Come nel precedente questionario, abbiamo chiesto alle persone di dare un voto scolastico all’intero workshop.
Questa è l’unica scala che va da 1 a 10, e consente di valutare l’insieme dell’esperienza.

Nella scorsa edizione avevamo ottenuto 8,7 che, dobbiamo dire, non era male. Ma era anche difficile da superare, anzi, da raggiungere: come dicevamo, a Roma giocavamo in casa, e non era per niente scontato che a Milano avremmo ottenuto lo stesso voto.
Beh… non so so come, ma ci siamo riusciti, anzi, siamo andati oltre:

Valutazione globale (1-10):

8,8

Ora, riuscire a prendere 10 è impossibile (se non in un delirio collettivo), riuscire a prendere 9 è il nostro obiettivo, ma essere riusciti a prendere un po’ di più dello scorso evento, a Milano… ci accontenta, per ora.

Possiamo fare ancora meglio, e per il prossimo workshop vogliamo salire ancora di un altro punto decimale, ma per adesso ci possiamo stare.

Francesca Fontanella, psicologa a Rovereto, esperta in terapia narrativa, ha espresso questa opinione sulla formazione:


Workshop che promette e mantiene! Terapia a Seduta Singola di nome e di fatto!

Le due giornate di formazione sono un laboratorio pratico in cui è dato spazio alle esercitazioni utilizzando la teoria come mappa di orientamento.

Le mail inviate prima del workshop sono state un utile punto di riferimento che ha arricchito la formazione dal vivo.
Gruppo vivace e disponibile al confronto e didatti competenti, attivi, presenti.

Ho imparato, mi sono divertita, ho incontrato colleghi in gamba.

Un’esperienza che vale la pena concedersi, se si desidera aggiungere valore al proprio servizio professionale e al tempo della terapia.


 

 

Utilità del workshop

Come l’altra volta, ora vediamo le valutazioni delle singole caratteristiche del workshop, tutte valutate su una scala da 1 (poco) a 5 (molto).

Prima di tutto, la domanda iniziale è: “Il workshop ti è stato utile?”.

I 4 item valutano:

  • se gli obiettivi che abbiamo promesso di far ottenere sono stati raggiunti
  • se i contenuti erano adatti agli interessi professionali del partecipante
  • se esercitazioni e interazioni sono state in grado di far apprendere i temi trattati
  • se il partecipante pensa di poter applicare da subito nella propria pratica tutto ciò che ha appreso

Nell’edizione romana, il voto complessivo era stato 4,4.
E questa volta lo abbiamo superato:

Utilità del workshop (1-5):

4,6

In testa abbiamo sempre di poter raggiungere il 4,8 (un 5 pieno ci sembra una chimera), e possiamo dire che la strada sembra essere quella giusta.

Soprattutto, ha premiato il fatto di dedicare ancora più attenzione agli aspetti applicativi: la volta scorsa quell’item aveva ottenuto una media di 4,3 mentre stavolta è salito a 4,6.

Questo il commento di Giorgia Caramma, psicologa di Ragusa che si è formata anche presso l’UNSW School of Psychology di Sidney (Australia):

 


La formazione che ho ricevuto durante il workshop è stata come la desideravo: spendibile, pragmatica ed altamente partecipativa.

Il metodo della TSS è versatile e innovativo: mi è risultato molto semplice da apprendere ed applicare sin dalle esercitazioni in aula tra colleghi, ma allo stesso tempo mi ha permesso di cambiare radicalmente il mindset con il quale mi approccio al paziente.

Si tratta di un metodo intuitivo e centrato su chi abbiamo di fronte: ci sprona a lavorare sulle risorse che il paziente già possiede, massimizzando gli effetti di un lavoro terapeutico che altrimenti avverrebbe in un numero maggiore di sedute.

Sarà sicuramente uno strumento di rilievo nella mia pratica clinica quotidiana.


 

La docenza è stata adeguata?

Abbiamo fatto molta formazione e un nostro pallino è sempre stato quello: l’automiglioramento come docenti.
Le pacche sulle spalle fanno piacere, ma poi diteci cosa possiamo migliorare.

Ancora una volta Federico Piccirilli ed io, docenti del workshop, abbiamo chiesto di valutare, lungo la scala da 1 a 5:

  • preparazione
  • chiarezza di esposizione
  • competenza nel rispondere a dubbi e domande
  • capacità di mantenere viva l’attenzione
  • capacità di gestione del tempo.

La scorsa volta il voto complessivo era stato di 4,6.
Stavolta:

Docenti (1-5):

4,8

Entrambi abbiamo ottenuto voti superiori alla scorsa edizione su tutte le voci. In particolare, la volta scorsa il voto più “basso” (4,4 su 5) lo avevamo ottenuto sulla gestione del tempo: ci abbiamo lavorato, e stavolta abbiamo ottenuto 4,8!

Invece mi hanno detto di nuovo che ogni tanto parlo troppo veloce: ok, ci devo davvero lavorare.

Cecilia Pecchioli, psicologa a Milano, presidente di Giovani Psicologi Lombardia, ci ha lasciato questo feedback:


Ho scoperto la TSS per caso, incuriosita da alcuni articoli condivisi da Flavio sui social. E ne sono rimasta affascinata, al punto tale da chiamare Flavio per organizzare uno Psicoaperitivo a Milano.

Ero e sono convinta che questa metodologia debba essere conosciuta e diffusa il più possibile tra i colleghi.

Il workshop a cui ho partecipato mi ha dato la conferma definitiva: questo metodo è fantastico. Sono fiera di essere tra i primi psicologi ad aver appreso la TSS: non vedo l’ora di metterla in pratica e di scoprire nuove declinazioni nei vari ambiti lavorativi.

Le due giornate sono state intense, arricchenti e pure divertenti. Flavio e Federico sono stati ottimi docenti e guide di un percorso nuovo ed entusiasmante.

Spero di essere un valido portavoce della TSS non solo sul campo, ma anche tra i colleghi che, a mio parere, devono evolversi così come si sta evolvendo la società e, di default, il modo di fare psicologia.


 

 

Il materiale usato

Il miglioramento continuo passa anche dal materiale.

Se la Penna USB su cui sono caricati una serie di materiali teorici (articoli e video) è rimasta più o meno invariata, il workbook (il libro di 35 pagine con approfondimenti ed esercizi) è stato quasi completamente ripensato, e con esso le slide: abbiamo raccolto i feedback precedenti per renderli ancora meglio.

Come è andata?

 

Materiali utilizzati (1-5):

4,8

Abbiamo ottenuto di nuovo un voto quasi perfetto, identico a quello della volta precedente (in realtà a Roma fu 4,80 e a Milano 4,82, ma direi che è pressoché ininfluente).

Onestamente? Speravo che il video avrebbe fatto aumentare ulteriormente il percepito.
Ma temo che superare il 4,8 sia davvero, davvero dura (anche perché, da 4,8 a 5, non è che si può fare molta strada).

Tuttavia, le cose sono andate bene, come per esempio ha detto Monica Fasanelli, psicologa e psicoterapeuta presso un servizio pubblico trentino:


Sono stata contenta di aver partecipato al workshop per 2 motivi:

1. Perché mi sono resa conto che senza saperlo spesso ho applicato i principi base della TSS, ma che in quei momenti avevo il dubbio che quello non fosse psicoterapia: il vostro workshop mi ha dato un bellissimo feedback positivo a favore della psicoterapia.

2. Aver ricevuto un “diagramma di flusso”, chiaro e ben strutturato, mi ha permesso di avere un ottimo strumento da utilizzare per implementare il mio modo di lavorare.

Ritengo di aver impiegato bene i miei soldi.


Insomma, il materiale spacca! Ci sta bene così: grazie 😀 

L’organizzazione generale

Tutto rose e fiori?
No.

C’è stato anche un “peggioramento”, e tocca rilevarlo.

L’ultima scala infatti misura, sempre da 1 a 5, l’organizzazione complessiva del workshop. In particolare chiediamo:

  • se la sede era facile da raggiungere
  • se i locali erano confortevoli e funzionali
  • se le nostre comunicazioni erano adeguate
  • e, in generale, se l’organizzazione era soddisfacente.

La volta scorsa, a Roma, abbiamo ottenuto quasi la perfezione: 4,8.
Stavolta siamo scesi un pochino:

Organizzazione generale (1-5):

4,5

Per carità, in una scala da 1 a 5 è sempre un ottimo voto e, al di là dei numeri, i partecipanti sono stati tutti felici, come dice ad esempio Davide Algeri, psicologo, psicoterapeuta e sessuologo a Milano:


 

Ho apprezzato molto il workshop sulla TSS, che oltre ad essere stato presentato in modo chiaro ed efficace, mi ha aperto a nuove idee che potrò utilizzare in campo professionale su ambiti differenti.

Organizzazione ottima e contenuti molto utili.

 

 


Ma ci siamo chiesti come mai non abbiamo raggiunto quei punticini in più dell’altra volta.
E purtroppo abbiamo riscontrato 2 errori.

Il primo è stato quello di non salire direttamente a Milano un giorno per vedere di persona le sedi. Ci siamo affidati alle recensioni online e alle fotografie. Che poi, in realtà, la sede era molto bella: diciamo che il servizio ha lasciato un po’ a desiderare (caffè e pranzo con tempi di attesa lunghissimi). E a questo si aggiunge un proiettore che non faceva proprio degnamente il suo lavoro.

E il secondo è derivato dalla scarsa conoscenza di Milano. Pensavamo che la zona Garibaldi fosse comoda, ma in realtà era meno centrale di quello che credevamo (soprattutto per chi veniva da fuori), con pochi parcheggi e con pochi servizi (perlomeno dove eravamo noi).

Ahimè, è andata così.
Per le prossime trasferte faremo in modo di essere più attenti.

La volta scorsa vivevamo il dilemma di Umberto Eco: sarebbe stato possibile doppiare un’opera prima con voti così alti? Direi che, con attenzione crescente all’organizzazione in sedi fuori Roma, possiamo dire che… sì, è stato possibile. 

Come? Col miglioramento continuo. E il prossimo workshop sarà nuovamente tarato in base ai feedback ricevuti in questo.

Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche”o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).

Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Founder dell’Italian Center
for Single Session Therapy

 

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