Nell’articolo di oggi faremo riferimento a uno studio che ci mostrerà come trattare la paura di volare non traumatica attraverso l’approccio Eye Movement Desensibilizzazione Reprocessing (EMDR) (Shapiro, 2000) in una Singola Sessione (Newgent et al., 2016).
Qual è lo scopo dello studio?
Lo scopo dello studio è quello di mostrare come il trattamento EMDR possa adattarsi alle esigenze del cliente ed essere applicato anche mediante una Singola Sessione. In questo caso il trattamento della paura di volare non traumatica viene effettuato direttamente in volo.
Come procede il tradizionale processo EMDR?
Il tradizionale processo EMDR procede attraverso otto fasi di trattamento (Parnell, 1999; Shapiro, 2000):
- Prima fase: storia del cliente. Il consulente costruisce l’ipotesi sull’eziologia del problema e stabilisce l’adeguatezza del trattamento EMDR.
- Seconda fase: preparazione del cliente. Il consulente spiega al cliente come funziona il trattamento e lo aiuta a creare un’immagine di un “posto sicuro” che potrà essere utilizzata, ad esempio, come luogo di riposo mentale quando il ritrattamento si prolungherà oppure nelle sessioni incomplete.
- Terza fase: valutazione. Il consulente raccoglie le informazioni relative al problema presentato dal cliente, l’individuazione del ricordo traumatico, le convinzioni (positive e negative) associate all’immagine del trauma e le emozioni legate all’esperienza. Ciò include la valutazione delle convinzioni positive e negative attraverso la scala Validity of Cognition (VOC) e la valutazione dell’intensità soggettiva del disturbo attraverso la Subjective Units of Distress Scale (SUDS).
- Quarta fase: desensibilizzazione. Al cliente viene chiesto di ricordare l’evento traumatico e i pensieri, i sentimenti e le emozioni disturbanti associati. A questo punto, verranno introdotte una serie di stimolazioni uditive e tattili e i movimenti oculari per creare una stimolazione bilaterale del cervello.
- Quinta fase: installazione. Al cliente viene chiesto di richiamare alla memoria il ricordo traumatico e di riferire le convinzioni positive che si adattano alla scena. La scala VOC viene utilizzata per determinare se il trattamento può passare alla fase successiva.
- Sesta fase: scansione corporea. Il consulente chiederà al cliente di segnalare eventuali sensazioni corporee durante la revisione dell’incidente. Le stimolazioni bilaterali sono usate per rafforzare una sensazione positiva o per rielaborare una sensazione negativa.
- Settima fase: chiusura. In questa fase si ottiene una risoluzione quando la memoria non innesca più alcun effetto negativo emotivo, cognitivo, comportamentale o delle risposte somatiche. Se queste risposte sono presenti, il consulente esegue un debriefing, che può consistere in tecniche di rilassamento per assistere il cliente fino alla prossima sessione.
- Ottava fase: rivalutazione. Durante l’ottava fase, al cliente viene chiesto di eventuali altri ricordi intrusivi (Shapiro, 2000). Se non si sono verificati ricordi intrusivi significativi, il cliente può iniziare a concentrarsi sul prossimo obiettivo, ricordo o incidente, iniziando così il processo EMDR di nuovo o terminare quello avviato.
In che modo procede una Singola Sessione EMDR?
Nell’esempio qui riportato di Singola Sessione/Eye Movement Desensibilizzazione Reprocessing (EMDR) si propone un metodo rapido di desensibilizzazione fisiologica e psicologica dei sintomi associati alla paura di volare non traumatica. Secondo Shapiro (2000), la desensibilizzazione si riferisce a uno degli effetti del trattamento in cui i ricordi e i segnali precedentemente vissuti come disturbanti raggiungono una risoluzione e non sono più sperimentati come inquietanti. Inoltre, l’elaborazione delle informazioni, in questo approccio, si riferisce alla tendenza fisiologica del cervello di andare verso uno schema emotivo e cognitivo positivo, così come avviene nel caso dell’auto-risposta di guarigione alle lesioni (Shapiro, 2000). Infine, il ritrattamento durante il trattamento EMDR in volo per la paura non traumatica di volare diventa più rapido.
Case Study
Quando Jennifer R. iniziò il trattamento aveva 34 anni, era single e aveva paura di volare. Nella seduta dichiarò che prima del trattamento EMDR aveva volato solo dieci volte e che aveva tentato di superare il problema, usando il dialogo interiore positivo e la riformulazione, chiamando la turbolenza “nuvole irregolari”. La donna non aveva avuto paura di volare prima del 1988 e non era in grado di ricordare eventuali fattori scatenanti per l’eziologia della sua paura.
Nell’estate del 1999, durante un volo d’affari insieme a un suo professore e consulente specializzato in EMDR, Jennifer mostrò i segni della sua paura. Il consulente si accorse che prima del decollo dell’aereo la donna affondava le unghie nelle mani, lasciandosi dei segni profondi. Il viso era cinereo e il respiro particolarmente affannoso, rapido e difficoltoso, infine sul viso iniziarono a scenderle le lacrime al solo pensiero di schiantarsi.
Dopo aver notato l’angoscia, il consulente le offrì il suo aiuto e discusse con lei le possibili opzioni di trattamento. Jennifer aveva fiducia in lui, pertanto convenne sul fatto che avrebbe avuto bisogno di aiuto durante il volo e accettò la proposta di sottoporsi a un trattamento EMDR per raggiungere un sollievo immediato.
Storia
Jennifer riferì di aver avuto un’infanzia relativamente normale e di non aver avuto problemi nello sviluppo. Nel 1986 c’era stato solo un breve episodio depressivo durante una fase di transizione generale della vita. Al momento della terapia frequentava la scuola di specializzazione per diventare anche lei una consulente. A parte i normali fattori di stress di un corso di laurea, non segnalava altri problemi in quel momento della vita, tranne l’assunzione di due farmaci per la cura dell’asma.
Trattamento e valutazione dei progressi
Data la circostanza i protocolli standard del trattamento dell’EMDR furono modificati per soddisfare le esigenze della situazione. Il consulente non dedicò tempo alla creazione dello spazio sicuro prima di iniziare il processo. Inoltre considerò tutte le questioni etiche e legali legate alla conduzione dell’EMDR con una studentessa e di essere in un posto pubblico. Tuttavia, il processo EMDR non richiedeva al cliente di condividere informazioni personali o di rivivere il trauma. La riservatezza, inoltre, non rappresentava un problema in quanto il trattamento si sarebbe svolto in una fila di posti dove sarebbero stati da soli. Jennifer a causa dell’angoscia che stava vivendo, non ebbe riserve a partecipare al processo.
Per prima cosa, il consulente fornì a Jennifer una breve spiegazione del processo EMDR: le diede delle brevi istruzioni, stabilì un segnale di stop e la distanza e la direzione del movimento oculare, suggerendole una metafora: pensare all’esperienza come se la si guardasse in video. Successivamente, si concentrò sulle emozioni e le sensazioni inquietanti di Jennifer, misurandole con le scale VOC e SUDS. La convinzione negativa di Jennifer era la paura di non avere alcun controllo mentre si trovava in volo.
Nella fase di installazione il cui obiettivo è quello di “installare” e aumentare la forza della convinzione positiva che la persona ha individuato in sostituzione della convinzione negativa originale, il consulente aiutò Jennifer a collegare la convinzione positiva desiderata “Andrà tutto bene” con l’esperienza originale.
Successivamente, il consulente chiese a Jennifer di scansionare il suo corpo per individuare la tensione. La donna riportò dei sintomi minimi, pertanto non fu necessario nessun ritrattamento. Alla fine del volo, il consulente si assicurò che Jennifer si sentisse bene e che fosse meno ansiosa rispetto all’inizio del processo EMDR. Fu stabilita la chiusura dell’intervento e quella della rivalutazione. L’obiettivo della rivalutazione è quello di garantire che il cliente mantenga unità di disturbo soggettive basse, alte VOC e nessuna tensione corporea. Inoltre, il consulente esplora eventuali nuove aree o obiettivi che necessitano di cure (Shapiro e Forrest, 1997). Dopo una sessione EMDR Jennifer aveva un punteggio nella scala VOC di 4 e di 6 dopo due voli post-trattamento. Il punteggio della scala SUDS era inizialmente di 8. Dopo due voli post-trattamento il punteggio SUDS di Jennifer era 0.
Follow-up
Il consulente seguì i progressi di Jennifer nei successivi 21 mesi. Il follow-up inizialmente venne svolto di persona in quanto Jennifer e il consulente si vedevano regolarmente all’università. Dopo la laurea di Jennifer, il consulente la controllò periodicamente attraverso e-mail. Jennifer riferì che la Singola Sessione di trattamento EMDR in volo era stata efficace per lei. Successivamente alla terapia EMDR, riferì di aver volato in altre 24 diverse occasioni senza che si ripetessero i sintomi.
Conclusioni
Per concludere lo scopo dell’articolo è quello di fornire un esempio dell’applicazione della terapia EMDR mediante una Singola Sessione. Questo adattamento mette in evidenza come tale forma di terapia potrebbe essere utilizzata con i clienti che, ad esempio, non traggono vantaggio da approcci più tradizionali o in particolari situazioni di emergenza o di necessità del cliente.
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Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia
Newgent, R.A., Paladino, D.A, Reynolds C.A. (2006). Single Session Treatment of Nontraumatic Fear of FlyingWith EyeMovement Desensitization Reprocessing. Pre- and Post-September 11, Clinical case studies, 25 -35.
Parnell, L. (1999). EMDR in the treatment of adults abused as children. New York: Norton.
Senior, J. (2001). Eye movement desensitisation [sic] and reprocessing: A matter for serious consideration? The Psychologist, 14, 361-363.
Shapiro, F. (2000). Eye movement desensitization and reprocessing: Level I training manual. Pacific Grove, CA: EMDR Institute.