In questo articolo vogliamo proporre un altro ambito professionale in cui integrare la TSS ovvero quello del Career Counselling.
Per fare questo ci avvaliamo dell’approfondimento di uno studio rivolto a un piccolo gruppo di persone, condotto nel 2012 da Rosemary Barrett et al. sull’utilizzo del metodo della seduta singola presso un servizio di consulenza di carriera in un centro walk-in in Nuova Zelanda.
Da dove è nato l’interesse dell’utilizzo del metodo della TSS nel Career Counselling?
La mancanza di ricerche sulla consulenza di carriera a seduta singola ha portato R. Barrett a sviluppare un’indagine sui singoli pazienti da lei seguiti nella pratica professionale con il duplice obiettivo di ottenere, da un lato, un feedback specifico da parte dei clienti per meglio orientare il suo intervento; dall’altro lato, accertarsi che la consulenza di carriera mediante un’unica sessione fosse realmente efficace e valesse la pena proporla a potenziali clienti.
L’autrice dello studio, inoltre, ha notato nel corso del tempo che nel suo ambito professionale più che in altri ambiti di consulenza, è comune vedere un cliente solo per una singola sessione.
Quando i clienti ad esempio sono finanziati da un’agenzia, o sono inseriti in un programma di assistenza ai dipendenti, di solito concordano prima dell’inizio della consulenza che ci saranno diverse sessioni se necessario.
Tuttavia, i clienti che chiedono privatamente tale consulenza, sperano che una sessione sia sufficiente a causa dei costi, e potrebbero avere grandi aspettative per ciò che può essere raggiunto attraverso quell’unico incontro.
Cosa ha messo in luce la ricerca?
I risultati del sondaggio si sono mostrati coerenti con altre ricerche sulla consulenza in un’unica sessione (Stalker et al., 2012) in cui si dimostra che una singola sessione di counseling professionale può avere esiti positivi per la maggior parte dei clienti.
La maggior parte degli intervistati ha indicato cambiamenti a breve e a lungo termine come risultato. La singola sessione può fornire rassicurazione, chiarimento ed energia; può consentire ai clienti di identificare le opzioni e può puntare a nuove direzioni. Per alcuni, la sua importanza risiede nell’individuare i problemi di carriera nel contesto della vita in generale; per altri offre incoraggiamento a continuare ed espandere il lavoro sulle loro carriere che stanno già facendo.
La maggior parte dei clienti, in particolare quelli che hanno identificato i cambiamenti che avevano apportato in seguito alla sessione, ritenevano comunque che più di una sessione sarebbe stata vantaggiosa. Sono stati scoraggiati per una serie di motivi, il più comune era il costo.
Dal punto di vista di Barrett, quelli che avevano bisogno di ulteriori sessioni erano quelli che non avevano mai pensato a se stessi in termini di capacità, valori o attributi trasferibili. Potrebbero non aver mai pensato alla loro commerciabilità, non avevano davvero pensato di diventare qualificati, e quindi l’apprendimento istituzionale poteva sembrare estraneo. L’esperienza pratica indica che per chiunque attraversi le transizioni vita / lavoro, una serie di sessioni di counseling può essere spesso consigliabile.
A partire dai risultati sopra descritti può essere interessante conoscere un processo di consulenza di carriera a seduta singola e integrarlo nella propria pratica! Vediamolo qui di seguito!
Secondo Barrett nel processo di orientamento professionale, il punto fondamentale è rappresentato dalla prima sessione, che dura per un’ora o un’ora e mezza. Prima dell’incontro può esserci un contatto telefonico utile a impostare il processo in corso, ma quando un cliente entra nella stanza di consulenza inizia il vero lavoro.
Barrett osserva: “Quando so che un cliente può permettersi solo una sessione, sono estremamente concentrato. Poiché ciò accade frequentemente, questo diventa il mio modus operandi. Mi avvicino alla sessione con una mente aperta, senza un’idea preconcetta del risultato. All’inizio chiedo al cliente di identificare perché è qui e cosa voglia raggiungere entro la fine della sessione. Posso a questo punto chiarire in che misura le sue aspettative e il suo obiettivo per la sessione sono realistici, perché un’ora spesa per qualcosa di personale come la propria vita, i suoi successi e i fallimenti, la sua ricchezza e i suoi limiti, è un’esperienza insolita per molte persone.
Una checklist mentale può facilitare il processo di consulenza. Ecco di seguito alcuni punti da considerare:
- raccontare la loro storia e vedere la loro situazione reale;
- esporre le loro idee ed esaminarle logicamente, scoprendo se hanno già le informazioni di cui hanno bisogno;
- essere sfidati su idee irrazionali, come “Sono troppo vecchio” o “un lavoro è per la vita”;
- ascoltare le storie di altre persone per superare le difficoltà o seguire un percorso diverso;
- ricevere conferma che alcuni aspetti del loro pensiero e pianificazione sono efficaci e che alcuni aspetti richiedono più esplorazione;
- ricevere supporto nel loro processo, attraverso, ad esempio, un modello di dolore, transizione o sviluppo professionale.
Di solito, una singola sessione può essere intrapresa per una valutazione iniziale e alcuni problemi possono essere risolti nell’immediato oppure possono essere fornite informazioni sulla carriera che potrebbero essere valutate in ulteriori sessioni successive se ritenute necessarie.
Le sessioni aggiuntive potrebbero includere la fornitura di informazioni, test di carattere professionale o di personalità e compiti a casa. Può anche essere discussa la necessità di ulteriori consulenze per alcune preoccupazioni specifiche che sono emerse.
Dopo una singola sessione, occasionalmente viene fornito un rapporto scritto. La consulenza in sé può sembrare intensa e inusuale, quindi quando alcuni clienti se ne vanno possono perdere il filo di ciò che è accaduto anche se al momento sembrava abbastanza.
Conclusioni
Sperimentarsi nell’applicazione di nuovi metodi e in diversi ambiti d’intervento può rappresentare un elemento di qualità professionale. L’introduzione della TSS nell’orientamento professionale potrebbe inoltre ampliare la ricerca in un settore ancora poco esplorato e allo stesso tempo rendere più accessibile alle persone tale servizio.
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Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
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Bibliografia
Stalker, C. A., Horton, S., & Cait, C.-A. (2012). Single-session therapy in a walk-in counselling clinic: A pilot study. Journal of Systemic Therapies, 31(1), 38–52.
Talmon, M. (1990). Single session therapy: Maximizing the effect of the first (and often only) therapeutic encounter. San Francisco, CA: Jossey-Bass.