Italia: il numero più frequente di sedute è 1. Primi dati dalla ricerca

psicoterapia seduta singola

I primi dati della nostra ricerca sulla frequenza di sedute in psicoterapia.

Ormai lo sai, il motivo che spinse Moshe Talmon e il suo gruppo di ricerca a cominciare le ricerche in Terapia a Seduta Singola fu un dato significativo: in psicoterapia il numero più frequente di sedute è 1.

Talmon, Hoyt e Rosenbaum verificarono questo dato su oltre 100.000 pazienti e successivamente fu confermato da studi in tutto il mondo (Talmon, 1990; Hoyt, Rosenbaum & Talmon, 1990; Weir et al., 2008; Hoyt & Talmon, 2014).

Come già sai se hai letto questo articolo, il dato mostra che la frequenza maggiore (moda) in terapia è di una sola seduta.
Puoi fare una prova anche tu: prendi una tabella con numeri da 1 a 10+ (dove 10+, per comodità, rappresenta l’insieme di tutte le terapie durate più di 10 sedute) e per ogni terapia che hai concluso metti una X sotto il numero di sedute che hai fatto. Prendendo un campione abbastanza ampio (seppure non servono numeri eccessivi, bastano già poche decine di terapie), vedrai che la maggior parte delle X cadranno sotto il numero uno.

Perché ne siamo sicuri? Perché abbiamo fatto la prova anche qui in Italia.

 

Il numero più frequente di sedute in Italia

I risultati sono freschi, ma prima di pubblicarli su delle riviste specializzate vogliamo raggrupparne ancora altri e compiere ulteriori approfondimenti e riflessioni.
Oggi, però, condividiamo su questa pagina i primi risultati con chi in Italia è interessato alla Terapia a Seduta Singola. Infatti, benché tutte le ricerche in TSS siano state condotte in Europa, America e Asia da studiosi diversi, ottenendo i medesimi risultati, mancano degli studi specifici in Italia. Così, con l’Italian Center for Single Session Therapy ci stiamo occupando di colmare questa lacuna.

E abbiamo cominciato proprio dalla domanda di base: 1 è il numero più frequente di sedute in psicoterapia anche in Italia?

 

499 terapie esaminate

Finora abbiamo esaminato un totale di 499 terapie. Insomma, abbiamo preso ogni terapia* conclusa, a prescindere dall’esito (quindi si va dai casi risolti ai dropout – intendendo con questo termine la conclusione della terapia da parte unilaterale del cliente in un qualunque momento), e abbiamo contato quante sedute è durata ciascuna.
La risposta è stata inequivocabile: anche in Italia il numero più frequente di sedute è 1.

Finora il dato è stato raccolto in 3 diversi contesti, tutti all’interno del Lazio:

  1. un Centro di Salute Mentale di una ASL (229 terapie esaminate)
  2. un centro per famiglie facente parte di una cooperativa sociale (109 terapie)
  3. uno studio privato (161 terapie)

In tutte e tre le situazioni, 1 è il numero di sedute che viene fatto più spesso dalle persone: su 499 terapie esaminate, 124 durano una sola seduta.

 

1 persona su 4 fa una sola seduta

Questo dato è ancora più significativo se osserviamo che posizione occupa all’interno dell’intero campione. Infatti, quell’unica seduta di psicoterapia rappresenta il 24,8% delle sedute totali. Significa che 1 persona su 4 viene per una sola seduta. Questo dato ci sembra verosimile, poiché in linea con le ricerche mondiali e italiane sul drop-out e, in particolare, sull’abbandono dopo una sola seduta (Swift & Greenberg, 2012; Wells et al., 2013; de Girolamo, Bassi, Neri, Ruggeri, Santone & Picardi, 2007).

Il dato è ancora più interessante alla luce delle potenzialità della Terapia a Seduta Singola e della sua capacità di massimizzare l’efficacia di ogni singolo incontro: anche se dovesse essere l’ultimo o se dovesse esserci un’interruzione prematura da parte della persona, si aumentano le possibilità di un cambiamento terapeutico efficace.

 

La frequenza delle altre sedute

Anche altre considerazioni sono sorprendenti.
Ad esempio, ci si potrebbe aspettare che prendendo tutte le terapie durate più di 10 sedute (quindi tutte quelle da 11 sedute, tutte quelle da 12, tutte quelle da 13, ecc.) e sommandole insieme, il numero totale di esse supererebbe quello delle terapie durate un’unica seduta.

Non è così. La somma di tutte le sedute delle terapie durate più di 10 incontri è inferiore a quella delle sole terapie durate una seduta: 98 le prime e 124 le seconde. Detto in altri termini, solo il 19,6% delle persone continua oltre la 10° seduta. Sebbene andranno fatte tutte le analisi del caso, anche questo dato ci sembra in linea con la letteratura (Wells et al., 2013).

 

Accoglienza a Seduta Singola

Un altro dato interessante viene dall’analisi del centro per famiglie. In quell’occasione sono stati esaminati anche i colloqui di accoglienza. Si tratta di un incontro preliminare con l’utente con lo scopo di accogliere la sua richiesta (ascoltando quindi il problema presentato) per poi inviarlo a un terapeuta interno con cui iniziare il percorso vero e proprio.

Bene, nel caso del centro per famiglie il numero di sedute di accoglienza è stato uguale a quello delle “prime sedute”: entrambe, quindi, hanno ottenuto la frequenza più alta rispetto a tutte le altre sedute. Significa che la maggior parte delle consulenze/terapie sono durate o solo una seduta, o solo il tempo dell’incontro di accoglienza. Una motivazione potrebbe essere che per molte persone è sufficiente semplicemente poter parlare del proprio problema e ricevere delle domande che ne orientino la percezione. Non è affatto strano se si aggiunge che altre ricerche ancora hanno mostrato che già il semplice fissare un appuntamento con il terapeuta innesca un processo di miglioramento in diverse persone (Talmon, 1990).

Tornando al dato iniziale, peraltro esaminato anche in ricerche diverse di altri autori, ci troviamo di fronte a una visione completamente diversa dei colloqui di accoglienza e di cosa si può fare già in essi: sapendo che una parte considerevole delle persone non verrà dopo questo “semplice” incontro dovremmo chiederci cosa possiamo fare per massimizzarne l’efficacia.

E ancora si potrebbero approfondire altre situazioni simili.
Un esempio nella pratica privata sono i “colloqui gratuiti” o “di conoscenza” fatti da molti psicologi. Se il semplice parlare del proprio problema e avere un primo confronto su esso è risolutivo, ci si può domandare quante persone decidano di non fare un ulteriore colloquio dopo quello “di conoscenza” proprio perché hanno trovato quest’ultimo sufficiente.

 

1 per tutti

Sebbene i dati non siano ancora stati analizzati segmentando il campione esaminato (ad esempio per vedere se 1 è il numero più frequente di sedute in una certa fascia d’età o per certi tipi di problemi), quest’ultimo è stato eterogeneo sotto diversi punti di vista:

  • età, sesso, reddito, livello di scolarizzazione e altre caratteristiche socio-demografiche
  • tipi di problemi presentati (dai disturbi d’ansia ai disturbi dell’umore, dai problemi di coppia alle disfunzioni sessuali, da disturbi ritenuti più tipicamente necessitanti di un supporto psichiatrico/psicoterapeutico a quelli più orientati alla consulenza e al sostegno psicologico)
  • tipologia di servizio offerto: consulenza o terapia; individuale, di coppia o familiare; con o senza supporto farmacologico ecc.

Inoltre, i dati raccolti al CSM e al centro per famiglie provengono da persone visitate da diversi professionisti, con diversi background formativi, e nessuno con una formazione in Terapia a Seduta Singola (tranne uno nel CSM e uno nel centro). Si conferma, come nella letteratura di altri Paesi, che l’orientamento teorico del terapeuta non influisce su questo dato.
Ed è infine da notare che i risultati sono simili sia nel pubblico che nel privato.

 

Sviluppi futuri

C’è sicuramente del lavoro da fare. Innanzitutto, benché i risultati siano chiari, i dati verranno ulteriormente analizzati per comprendere ancora meglio tendenze, implicazioni e interpretazioni. Inoltre, come detto, sarà interessante fare ulteriori segmentazioni e raffinazioni: ad esempio, solo nel centro per famiglie erano presenti le accoglienze; e nello studio privato sono state contate anche alcune sedute fatte con uno schema di TSS (meno di una decina, ininfluenti sul risultato finale), che in un’analisi più approfondita possono essere separate dalle altre. Il campione, poi, è piuttosto vasto: 499 terapie esaminate in 3 contesti diversi. Tuttavia stiamo aspettando dati anche da altri centri per migliorare ancora di più la rappresentatività; e servirà raccogliere più dati dal pubblico e dal privato, così da vedere se l’assenza di differenze significative (già riscontrata negli studi internazionali – Talmon, 1990) è confermata. E ovviamente sarà interessante condurre gli stessi studi anche in altre parti di Italia, per poterli generalizzare con certezza assoluta a tutta la popolazione italiana.
Rimane comunque che queste prime 499 terapie esaminate paiono darci in modo inequivocabile una conferma: anche in Italia il numero di sedute più frequente in terapia è 1.

Naturalmente la domanda successiva è: perché la maggior parte delle terapie dura solo una seduta?
La risposta della letteratura internazionale, anche di quella indipendente dagli studi di TSS, è che la maggior parte delle persone sentono di stare meglio dopo quell’unico incontro.

 

Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche”o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).

Flavio Cannistrà
Federico Piccirilli
Angelica Giannetti
Pier Paolo D’Alia
Antonio Cannistrà

Tania Da Ros
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy

 

*per comodità usiamo qui il termine “terapia”, ma in realtà comprende anche consulenze psicologiche e, come si spiega più avanti nell’articolo, incontri di accoglienza.

 

Bibliografia

de Girolamo, G., Bassi, M., Neri, G., Ruggeri, M., Santone, G. & Picardi, A. (2007). The current state of mental health care in Italy: problems, perspectives, and lessons to learn. European Archives of Psychiatry and Clinical Neurosciences, 257, 83-91. doi: 10.1007/s00406-006-0695-x
Hoyt, M.F., Rosenbaum, R. L. & Talmon, M. (1992).
Planned Single-Session Psychotherapy. In Budman, S.H., Hoyt, M.F. & Friedman, S. (a cura di), The First Session in brief Therapy (pp. 59-86). New York: Guilford Press.
Hoyt, M.F. & Talmon, M.
(eds.) (2014a).
Single Session Therapy and Walk-In Services. Bancyfelin, UK: Crown House (in traduzione).
Rosenbaum, R., Hoyt, M.F. & Talmon, M. (1990). The Challenge of Single-Session Therapies: Creativing Pivotal Moments. In R.A. Wells & V.J. Giannetti (eds), Hanbook of the Brief Psychotherapies, New York-London: Plenum Press, pp. 165-189.
Swift, J. K. & Greenberg, R. P. (2012). Premature discontinuation in adult psychotherapy: a meta-analysis. Journal Of Consulting And Clinical Psychology, 80(4), 547-559. doi: 10.1037/a0028226.

Talmon, M. (1990). Single Session Therapy. San Francisco: Jossey-Bass (Tr. it. Psicoterapia a seduta singola. Milano: Erickson).
Weir, S., Wills, M., Young, J. & Perlesz, A. (2008). The implementation of Single Session Work in community healt. Brunswick, Australia: The Bouverie Centre, La Trobe University.
Wells, J. E., Oakley Browne, M., Aguilar-Gaxiola, S., Al-Hamzawi, A., Alonso, J., Angermeyer, M. C., Bouzan, C., Bruffaerts, R., Bunting, B., Caldas-de-Almeida, J. M., de Girolamo, G., de Graaf, R., Florescu, S., Fukao, A., Gureje, O., Ruskov Hinkov, H., Hu, C., Hwang, I., Karam, E. G., Kostyuchenko, S., Kovess-Masfety, V., Levinson, D., Liu, Z., Medina-Mora, M. E., Nizamie, S. H., Posada-Villa, J., Sampson, N. A., Stein, D. J., Viana, M. C., Kessler, R. C. (2013). Drop out from out-patient mental healthcare in the World Health Organization’s World Mental Health Survey initiative. The British Journal of Psychiatry, 202(1), 42-49. doi: 10.1192/bjp.bp.112.113134

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